Rifiutò le cure a Bellinzona: genitori ancora in aula
La breve vita di Eleonora Bottaro, la studentessa di Bagnoli (Padova) morta due anni fa di leucemia dopo aver rifiutato la chemioterapia – in quanto sia lei che i genitori erano seguaci del medico tedesco Ryke Geerd Hamer – sarà discussa il prossimo 25 ottobre, dopo che la Corte d’Appello di Venezia ha ribaltato la sentenza di assoluzione pronunciata dal gup Mariella Fino del Tribunale di Padova che aveva sentenziato il non luogo a procedere “perché il fatto non costituisce reato”. Sentenza appellata dalla Procura padovana. La decisione della Corte d’Appello di Venezia si basa soprattutto sulle valutazioni dei medici che hanno avuto in cura Eleonora. Il caso aveva avuto un’importante eco mediatica anche alle nostre latitudini poiché la giovane era stata ricoverata pure all’ospedale San Giovanni di Bellinzona. Nell’ottobre prossimo torneranno dunque in aula i genitori della giovane che nel 2016, quando scoprì di avere la leucemia, aveva 17 anni. Entrambi sono accusati di un reato con pochi precedenti in Italia: omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento. I due coniugi collegavano la leucemia di Eleonora alla morte prematura del figlio Luca, stroncato nell’estate del 2013 a 22 anni da un aneurisma mentre era in vacanza a Folgaria. Nonostante i medici dell’Oncoematologia pediatrica di Padova, incominciando dal direttore Giuseppe Basso avessero garantito l’80% di possibilità di superare e vincere la malattia se fosse stato osservato il protocollo ufficiale, i genitori della giovane studentessa decisero di ricoverarla nel reparto di pediatria dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona. Una scelta per sottrarsi alla legislazione italiana che per i pazienti minorenni prevede l’obbligo di seguire le terapie previste dalla medicina tradizionale. A Bellinzona Eleonora era stata curata con dosi di cortisone e vitamine: anche in Ticino infatti la ragazza aveva rifiutato di seguire i protocolli che le avrebbero offerto buonissime possibilità di guarigione. Otto mesi dopo l’inizio delle cure alternative, Eleonora era deceduta.