‘Piccoli passi’, unità nella speranza
C’è stato il buio, nella vita del piccolo Giacomo, 8 anni, di Intragna. Il buio di un tetro sgabuzzino in cui provare a dormire; della stretta cappa da risalire ogni giorno. Ci sono stati l’abbandono e la solitudine, la povertà e la disperazione. C’è stato il buio nella vita del piccolo Nasir, 12 anni, africano. Il buio di un cassone fissato sotto il camion dentro il quale ha viaggiato verso il mare della Libia. Ci sono stati l’abbandono e la solitudine, la povertà e la disperazione. Tre cose, ha detto la mamma a Nasir prima di partire: non bere alcol, non usare armi e non rubare. Tre cose ha detto la mamma a Giacomo prima di partire: sii educato e pacifico, non bere alcol e sii onesto. Ci sono stati un viaggio nel deserto e uno in barca, i maltrattamenti, il bisogno di una casa da cui non muoversi mai più, nelle vite di Giacomo e Nasir. Storie di miseria e prevaricazione, di schiavitù, disillusione e violenza. Storie distanziate fra loro da oltre 100 anni ma accomunate dalla ricerca di una vita migliore. Vite che Miguel Cienfuegos, basandosi su testimonianze reali, ha ricostruito e messo in prosa in “Piccoli passi”, secondo atto della “trilogia della lontananza” che debutterà il 26 luglio a Locarno nell’ambito del “Teatro in festa” al Paravento. Giacomo, il bambino spazzacamino di fine ’800 partito da Intragna per Torino, e Nasir, migrante di nuova generazione verso le sempre disattese promesse europee, sono portati in scena dalle brave Luisa Ferroni e Laura Zeolla con i pupazzi, i costumi e la scenografia di Deborah Erin Parini. È un “valzer” triste, quello che unisce i due bambini-cherubini, modulato sull’onda di emozioni forti e lievi sorrisi; lievi come il confine inconsciamente posto da chi soffre da piccolo e vuol credere sia solo un gioco. Toccanti le musiche originali composte da Fabio Martino. “Piccoli passi”, come tutti gli altri spettacoli della rassegna, sarà ad entrata a ingresso libero.