Porto del Gambarogno, ‘basta disinformazione’
“Il credito suppletorio recentemente concesso dal Consiglio comunale non concerne più il progetto del porto come tale, e neppure la sua ubicazione, ma solo la parte di credito mancante per riprendere e completare i lavori facendo capo a ditte locali”. Lo precisa il Municipio di Gambarogno a fronte della domanda di referendum che grava sulla concessione del credito suppletorio di 4,5 milioni di franchi. L’esecutivo accusa i referendisti – “sostenuti dal movimento ‘Per Gambarogno’” – di diramare “false informazioni”. Il Municipio, si legge nella nota “con il credito concesso nel 2013 è autorizzato a realizzare il progetto che, contrariamente a quanto tentano di far credere i promotori del referendum, non è più in discussione”. Poi, sul progetto: “Lungo la litoranea non esiste alcun altro posto mi- gliore per costruire un porto di queste dimensioni; infatti, ad eccezione del tratto tra Magadino e Vira che però non entra in considerazione a causa di edificazioni già presenti, tutta la riviera del Gambarogno, a parità di distanza dalla riva, presenta pendenze e profondità uguali a quelle del luogo prescelto in zona ‘Sass di Sciatt’. Questa insenatura è ben riparata dai venti e dalle correnti laterali. È inoltre l’unico posto che presenta spazi sufficienti per garantire i posteggi e i servizi a terra necessari. La perizia geologica ha confermato l’idoneità del luogo. Il progetto è maturo e tutti i dettagli tecnici sono stati verificati da esperti. I ritardi sono da imputare alle procedure di ricorso sugli appalti”. Quanto alle tariffe, quelle che saranno applicate “sono state decise dal Consiglio
di Stato nell’atto di concessione, con i medesimi parametri applicati negli altri porti del Lago Maggiore. Non corrisponde al vero che vi saranno tariffe esorbitanti. Anzi, a parità di tasse, il nostro porto potrà offrire servizi non presenti altrove. La rampa di alaggio sarà realizzata e condivisa con il porto patriziale di Magadino e questo per limitare il traffico e i trasporti di natanti fino a San Nazzaro”. Si libereranno inoltre negli altri porticcioli comunali posti da assegnare prioritariamente alle piccole imbarcazioni di domiciliati. In ogni caso, “se il referendum dovesse avere successo, il porto sarà comunque costruito; si cercheranno soluzioni per contenere i costi facendo capo a ditte estere, a tutto discapito di quelle ticinesi”, conclude il Municipio.