Bissone, una lettera contro l’allargamento dell’A2
«Dov’è il consenso della popolazione locale?». L’allargamento dell’A2 a sud di Lugano continua a far discutere. A Bissone – il novembre scorso – contro il progetto della terza corsia autostradale era stato creato un comitato di contrari, espressione anche della politica: Consiglio comunale e Municipio hanno votato infatti all’unanimità una risoluzione contraria al progetto. “Aumenterà il traffico e peggiorerà la situazione ambientale”, sostengono. A distanza di mesi, e dopo che alcuni significativi passi nella direzione dell’ampliamento sono già stati compiuti, il consigliere comunale Roger Bacciarini scrive una lettera al Consiglio di Stato e ad alcuni Comuni – Melano, Maroggia, Melide, Mendrisio e Lugano – coinvolti. «La popolazione pensa che sia ancora presto – valuta –, ma bisogna agire già ora». Il progetto è noto. Sei corsie fra Lugano Sud e il San Salvatore, una terza canna sotto quest’ultimo, il potenziamento a nord del ponte diga, l’ampliamento delle due canne delle gallerie di Maroggia sfruttando la corsia d’emergenza. “I cittadini di Bissone pagano un pesante tributo a causa delle problematiche legate al traffico – si legge nella lettera: 300 treni, 12’000 veicoli sulla cantonale e 70’000 sull’A2, caricano il territorio e l’ambiente in una maniera insostenibile”. I lavori sulla tratta non sono ritenuti prioritari dall’Ufficio federale delle strade (Ustra), tant’è che sono previsti per il 2040. Tuttavia, il governo cantonale ha loro recentemente scritto chiedendo di anticiparli. “Allargare le strade per snellire il traffico è un concetto obsoleto – ritiene il consigliere socialista
–, è una risposta al problema conservatrice, banale e priva di idee lungimiranti”. E ancora: “Si creano superstrade per chi? Per collegare l’Italia al resto d’Europa? Ma dov’è l’interesse pubblico locale? Pensate davvero che nel 2040 ci si sposterà ancora con una persona per auto e che ci saranno ancora 65’000 frontalieri?”. A maggio il Dipartimento del territorio ha aperto il bando di concorso per la progettazione della maxi impresa, i cui costi sono stimati da Berna a un miliardo di franchi. Otto i milioni invece già stanziati dal Cantone per avviare gli studi. Inoltre, nel frattempo è anche nata una commissione ad hoc – che si riunirà a settembre la prossima volta – con lo scopo di affrontare temi d’interesse generale legati all’allargamento.