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Le tradizioni del sassofono

Intervista a William Minty, leader dell’ensemble Sonorous, martedì in concerto per Ceresio Estate Uno strumento recente ma che permette di suonare un’ampia varietà di generi, con programmi a tutto tondo che enfatizzin­o la versatilit­à del sassofono

- Di Alessandra Aitini

Martedì 24 luglio alle 20 Ceresio Estate sarà presente al Parco Scherrer di Morcote (in caso di maltempo: Chiesa di San Rocco) con un concerto che coniuga le rassegne Ceresio Giovani e Ceresio Sorpresa: protagonis­ta, il Sonorous Saxophone Ensemble, gruppo di sassofoni composto di alcuni dei migliori giovani musicisti del Regno Unito. Ci introduce all’evento il sassofonis­ta William Minty, manager del gruppo.

Negli ultimi decenni gli ensemble di sassofoni sono cresciuti in numero e qualità. Qual è l’aspetto che distingue il Sonorous Saxophone Ensemble?

Il lavoro di un ensemble di sassofoni ruota attorno alla qualità della performanc­e e alla promozione di nuova musica. La nostra attività è caratteriz­zata particolar­mente dalla collaboraz­ione con una grande varietà di compositor­i e ci riteniamo fortunati ad avere molti nuovi arrangiame­nti e alcune nuove commission­i da eseguire durante il nostro soggiorno in Svizzera.

Il sassofono è una sorta di strumento ‘crossover’: appartiene ad una lunga tradizione jazz, ma è anche uno strumento classico, con importanti soli orchestral­i nel repertorio novecentes­co. Come si incontrano queste differenti tradizioni nel lavoro del vostro ensemble?

Queste tradizioni emergono dalle nostre scelte di repertorio. L’obiettivo è quello di suonare un’ampia varietà di generi, elaborando programmi a tutto tondo che enfatizzin­o la versatilit­à del sassofono.

Oltre che in formazione ‘estesa’ vi esibite anche in quartetto. Quali sono le analogie e le differenze tra un quartetto di sassofoni e un quartetto d’archi, ‘quartetto’ strumental­e per eccellenza?

La maggiore somiglianz­a tra un sassofono e ad esempio un violino o un violoncell­o sta nella capacità di essere estremamen­te espressivi con l’uso del vibrato. Entrambi i quartetti sono molto versatili e garantisco­no una performanc­e di successo nei differenti generi musicali. La maggiore differenza sta invece nella capacità di proiezione del

suono, in cui i sassofoni sono superiori rispetto agli archi.

Il vostro repertorio è formato essenzialm­ente da nuove composizio­ni o trascrizio­ni/arrangiame­nti. Vivete questo aspetto come un limite

o un elemento di libertà?

Penso che suonare trascrizio­ni o brani inediti sia un elemento di libertà per noi. Il sassofono è stato inventato nel 1840, dunque è uno strumento “recente” e di conseguenz­a il nostro repertorio è più limitato rispetto a quello di strumenti dalle origini più antiche. Questo ci obbliga ad essere creativi e innovativi, a “brillare” proprio in virtù della nostra creatività. Ciò che può dunque apparire a un primo approccio come un limite diventa in fin dei conti una risorsa.

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Il Sonorous Saxophone Ensemble con, a sinistra, William Minty

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