Sagan ci ha preso gusto
Lo slovacco cala il tris vincendo a Valence. Battuti in volata Kristoff e Démare. Thomas resta leader della generale.
Dopo la scorpacciata delle salite alpine, Peter Sagan non si fa sfuggire l’occasione in pianura e sul traguardo di Valence firma la sua personale tripletta nell’edizione 105 del Tour de France vincendo in volata la 13ª tappa, da Bourg d’Oisans a Valence. Una frazione di trasferimento, che ha portato i corridori nel dipartimento della Drôme e il fuoriclasse slovacco di nuovo sul gradino più alto del podio. Il tre volte campione del mondo ha battuto in rimonta il campione europeo Kristoff e Démare, che pure si era speso insieme alla Groupama Fdj per cercare di tenere sotto controllo la fuga di giornata, promossa da De Gendt, Claeys, Scully e Schär, con quest’ultimo ripreso a una manciata di km dal traguardo (oggi correrà con il numero rosso, sinonimo di ciclista più combattivo di giornata) quando sembrava quasi avercela fatta. Non aveva però fatto i conti con gli uomini della Bora-Hansgrohe. Il gallese Thomas si conferma ovviamente maglia gialla con Chris Froome secondo a 1’39” e Tom Dumoulin terzo a 1’50”.
Prudhomme prende posizione
Nonostante una frazione tranquilla, ieri ha continuato a tener banco quanto successo giovedì sull’Alpe d’Huez, con gli spettatori fuori controllo, la caduta e il ritiro di Nibali e le aggressioni (è così che devono essere chiamate) ai danni degli uomini Sky. Christian Prudhomme, direttore del TdF, ha lanciato un appello alla serenità e ha chiesto che il pubblico rispetti i corridori... «Chi partecipa al Tour deve essere rispettato, dal primo all’ultimo. E per fortuna è ciò che fa la maggioranza degli spettatori». Prudhomme ha definito «incosciente» il comportamento di una parte del pubblico e in merito alla caduta di Nibali ha sottolineato che «anche se a causare il capitombolo non è stato uno spettatore scatenato, è pur sempre stato uno spettatore. Le moto della Guardia repubblicana non c’entravano e voglio rendere omaggio ai servizi dello Stato per il rimarchevole lavoro svolto. Occorre però ritrovare la serenità. Sono sicuro che nei giorni a venire rivedremo il pubblico composto e appassionato tipico del Tour de France. Sull’Alpe, purtroppo, abbiamo perso un grande campione, Vincenzo Nibali, del quale ognuno loda lo spirito di sacrificio mostrato. Sappiamo
molto bene che al Tour vi sono due picchi di entusiasmo, l’Alpe d’Huez e il Ventoux (quest’anno non in programma, ndr). Sono salite mitiche lungo le quali l’ambiente è diverso rispetto a quello che si riscontra negli altri arrivi. Negli ultimi giorni di gara non vi saranno situazioni equivalenti a quella vissuta giovedì», afferma Prudhomme in riferimento all’attraversamento dei Pirenei in programma nella terza settimana. Il direttore della Grande Boucle se l’è presa anche con i fumogeni... «Non si vedeva più niente, Nibali non vedeva più niente. I fumogeni non hanno nulla a che vedere con il mondo del ciclismo. Si fa respirare un odore nauseabondo ai corridori e in più li si acceca. Non ha alcun senso».