Le note finiscono in Procura
Il Dipartimento segnala al Ministero pubblico i risultati di alcuni neo impiegati di commercio
Il Dipartimento dell’educazione segnala al Ministero pubblico alcuni risultati ‘sospetti’ negli esami degli impiegati di commercio. L’incarto è in mano alla procuratrice capo Bergomi.
L’incarto è in mano alla procuratrice capo Bergomi. Nell’attesa note ‘scongelate’.
Sulle note di fine tirocinio di alcuni allievi ora indaga la Procura. Venerdì il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) ha infatti deciso di procedere “formalmente con una segnalazione al Ministero pubblico”, dopo le verifiche interne volte a capire se durante gli esami di giugno per l’ottenimento dell’attestato federale di impiegato di commercio vi siano state delle “irregolarità”, come segnalato da una scuola professionale alla Commissione cantonale d’esame (vedi ‘laRegione’ del 4 luglio). Sul sospetto di “diffusione anticipata dei testi d’esame” il Dipartimento aveva attivato a fine giugno il dispositivo di vigilanza e ‘congelato’ i risultati. Le indagini interne svolte nel frattempo non hanno permesso di stabilire se effettivamente qualche allievo abbia avuto accesso ai test in anticipo, e se sì grazie a chi. Ma nemmeno di escluderlo. È coinvolto un docente? Un funzionario? Ha di proposito condiviso le prove oppure vi è stata “semplice” negligenza? E ancora, qual è stato il comportamento degli studenti? Spetterà alla procuratrice capo Fiorenza Bergomi svolgere gli accertamenti del caso, fa sapere il Ministero pubblico confermando di aver aperto il procedimento. Verosimilmente è la prima volta che un magistrato viene chiamato a fare luce su una vicenda del genere. Nel 2013 alla Spai di Trevano si dovettero ripetere gli esami, dopo che un docente lasciò incautamente a disposizione degli allievi le bozze degli esami. Gli costò il posto di lavoro ma non vi furono conseguenze sul piano penale. Interrogato sulla circostanza dal deputato Michele Guerra (Lega), il governo ebbe a dire che “la direzione del Dipartimento viene sempre informata in caso di situazioni anomale. Casi simili sono molto rari – si legge nella risposta all’atto parlamentare dell’agosto 2013 –. La situazione particolare che si è presentata alla Spai di Trevano risulta essere l’unica degli ultimi anni”. Situazione “particolare” che, come detto, era stata addebitata interamente al docente: “La responsabilità dell’accaduto – scriveva allora l’esecutivo – è sostanzialmente da ricondurre al docente che ha gestito in modo non sufficientemente rigoroso e confidenziale i documenti d’esame”. Da lì la decisione di interrompere la “collaborazione”, senza che la questione sfociò in una denuncia. Diversa la valutazione attuale, che lascerebbe ipotizzare ad esempio il reato di violazione del segreto d’ufficio. Nell’attesa delle verifiche da parte del Ministero pubblico la questione si sblocca sul fronte scolastico: le note sono state comunicate a tutti. “Nella misura in cui dovessero essere accertate delle irregolarità, il Decs – ribadisce nel comunicato – si riserva il diritto di rimettere in discussione le note e, se del caso, i titoli ottenuti”.