‘Bruciati’ 1,5 miliardi di euro, ma rating S&P confermato
Milano – La Borsa reagisce nervosamente al cambio della guardia al vertice di Fca, Ferrari e Cnh, deciso in tutta fretta per la malattia di Sergio Marchionne. Titoli sulle montagne russe per l’intera seduta: hanno aperto in forte calo, hanno provato ad assestarsi e sono scivolati di nuovo dopo le dimissioni di Alfredo Altavilla, responsabile Emea, in polemica con la nomina di Mike Manley quale successore di Marchionne. Simile l’andamento dei titoli Oltreoceano ma alla fine sono riusciti a contenere il calo: Fca chiude a Milano in ribasso dell’1,5% a 16,17 euro, Cnh -1,7% a 8,67 euro, Exor -3,25% a 54,76 euro e Ferrari -4,88%. Ieri a Piazza Affari i quattro titoli della galassia Fca, hanno bruciato circa 1,5 miliardi, passando da circa 73,62 miliardi di venerdì sera a circa 72,09 miliardi. C’è stato il ritorno di fiamma del risiko, che già nell’agosto 2007 aveva infiammato il titolo dell’ex Lingotto in Borsa con le indiscrezioni su un interesse sia della coreana Hyundai che della cinese Great Wall. Secondo i report di ieri, “alcune speculazioni su operazioni di acquisizioni potrebbero ricominciare adesso, che la leadership del gruppo si è indebolita”. Ieri, in una giornata difficile per il settore automobilistico in Asia a causa dei dazi Usa, Hyundai – che a fine giugno ha smentito un possibile nuovo interesse per Fca – ha guadagnato il 2% a Seul. Con il passare delle ore ha prevalso la razionalità: S&P ha confermato che il rating BB+ e la prospettiva positiva sul merito di credito di Fiat Chrysler “non cambiano”, perché “non ci aspettiamo che Manley intraprenda alcuna deviazione dalla strategia” annunciata il 1° giugno.
ANSA