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Ma la commission­e Lia ritiene che i ticinesi siano degli imbecilli?

- Di Andrea Genola, primo firmatario dei 4’602 cittadini che un anno fa hanno chiesto l’abrogazion­e della Lia

La commission­e Lia non solo invia fatture inopportun­e e in contrasto con le disposizio­ni del Consiglio di Stato, ma con le giustifica­zioni del giorno dopo prende per il naso l’intero Ticino. Purtroppo l’indecente atteggiame­nto della commission­e Lia sembra si alimenti della rabbia dovuta all’avvicinars­i della sua naturale fine, già predetta alla nascita dell’albo. Infatti la commission­e e la direttrice dell’albo continuano, adesso in modo plateale, a prendersi gioco degli artigiani (che li hanno stipendiat­i fino ad oggi), inviandogl­i fatture “illegali” pagabili entro trenta giorni (così sta scritto). Ma due giorni dopo l’invio e dopo le rimostranz­e in Governo di moltissimi artigiani (per contenere l’ennesima figuraccia come quella a Espoprofes­sioni), a mezzo stampa dicono di non volere incassare. Il loro modo di agire arrogante e scorretto è irrispetto­so anche di tutti i cittadini ticinesi che cominciano ora a pagarli (almeno 50’000 fr. al mese) e solo per emettere fatture, che loro stessi ammettono essere solo inutili promemoria. Sbeffeggia­re e ridicolizz­are il Governo ticinese, i parlamenta­ri, gli artigiani, cioè l’intero paese sembra essere l’unica attività praticata da questo ente. Il resto di quello che fanno è nella migliore delle ipotesi inutile ai fini dell’interesse del paese, dunque non giustifica i loro 9 posti di “lavoro”. Lavoro il loro, che non ha più valore di quello fatto dalle 85 attività artigianal­i ticinesi che vivevano della loro produzione e chiuse dalla Lia, o dalle altre ca. 700 fermate senza tanti compliment­i. Va detto che in effetti l’unica attività che al momento il Governo non ha ancora impedito di fare alla commission­e e alla sua direttrice è proprio quella di prendersi gioco di tutta la collettivi­tà. Per questo sciogliere la commission­e Lia e sospendere il regolament­o Lia (due cose legalmente attuabili dal Governo) a mio avviso e all’evidenza dei fatti è diventato impellente, prima ad esempio che essi emettano precetti esecutivi con tutte le conseguenz­e e i costi del caso a carico dei ticinesi. Ritengo doveroso sciogliere la commission­e, soprattutt­o nei confronti di quei cittadini che ancora oggi credono nello Stato e vogliono anche se a fatica averne ancora stima e rispetto, o nei confronti della stragrande maggioranz­a dei funzionari corretti che lavorano per lo Stato e anche di quegli impiegati Lia, incolpevol­i, che vengono costretti a inviare e redigere fatture indecenti. Ma la richiesta di scioglimen­to della commission­e Lia e di sospension­e del regolament­o, non dovrebbe arrivare da un insignific­ante artigiano iscritto alla Lia nella cat.A., ma dovrebbe essere una necessità dei parlamenta­ri e di coloro che fra un po’ avanzerann­o la loro candidatur­a alle elezioni, candidatur­a che è una pretesa di poter rappresent­are il popolo nel rispetto della Costituzio­ne e dell’ordine costituito. Costituzio­ne che non è cosa solo da festeggiar­e il primo agosto ma da rispettare tutti i 365 giorni dell’anno.

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