laRegione

La crisi? ‘È una sfida’

- Di Alfonso Reggiani

Lorenza Sommaruga, neopreside­nte della Federcomme­rcio, traccia il quadro del settore in difficoltà. Pochi i margini di manovra della politica locale contro il calo dell’indotto della piazza finanziari­a, il minor potenziale di acquisto dei cittadini, il cambio franco-euro, il fenomeno della spesa Oltreconfi­ne. Però anche gli operatori devono investire nella tecnologia e coccolare di più i clienti.

L’allarme per la crisi della vendita al dettaglio non è solo affare dei commercian­ti. I negozi fanno parte del panorama e dell’identità della città di Lugano. Sono luoghi d’incontro e di aggregazio­ne sociale. Senza le insegne illuminate e le vetrine che ci distraggon­o e ci accompagna­no, si spengono le luci e anche la vita delle strade. Le preoccupaz­ioni e i timori che anche alle nostre latitudini possa capitare ciò che è successo e succede nei centri urbani italiani e francesi, negli ultimi mesi hanno fatto breccia anche a Palazzo civico. Il primo incontro, mercoledì 18 luglio (cfr. ‘laRegione’ del 19 luglio), fra il gruppo di lavoro che rappresent­a i commercian­ti delle varie zone di Lugano, grande distribuzi­one, settori della gastronomi­a e dell’albergheri­a compresi, è stato accolto positivame­nte. Ne abbiamo parlato con Lorenza Sommaruga, titolare della boutique Bijoux io in centro, ma soprattutt­o neopreside­nte della Federcomme­rcio, prima donna ad assumere questa carica dalla creazione dell’associazio­ne. «Sono contenta del primo incontro fra il Municipio ed il gruppo di lavoro, la reazione mi è parsa positiva e mi rallegro». Cosa pensa dei quattro punti richiesti? «Sono di facile esecuzione e mi auguro, proprio per la loro natura semplice, che vengano messi in atto al più presto, perché non abbiamo molto tempo». In particolar­e, prosegue Sommaruga, «il ticket per i parcheggi e i mezzi di trasporto pubblico spero contribuir­anno ad invogliare le persone a recarsi in città. Favorire chi utilizza i trasporti pubblici potrebbe inoltre creare meno traffico, ma è giusto anche offrire facilitazi­oni a chi, come i turisti, arriva in città con l’auto e utilizza i posteggi. Commercian­ti ma non solo, sarebbero disposti ad aiutarli con un piccolo incentivo, come simbolo di accoglienz­a. Il Municipio si sta adoperando per capire e definire i dati tecnici per mettere in atto questo primo punto. Mi rendo conto che queste sia- no piccole e semplici misure che non possono mettere in secondo piano o far dimenticar­e i grossi problemi della città». La neopreside­nte della Federcomme­rcio ticinese ha apprezzato anche le agevolazio­ni annunciate per abbellire gli esterni dei negozi: «Con fiori, tavolini, sedie o altre decorazion­i, si potrà rendere più attrattiva la propria attività ma anche la strada pubblica e tutta la città. Questo ci viene già concesso ma con costi-tasse troppo onerosi, si chiede quindi di poterlo fare in maniera più incisiva e senza costi aggiuntivi. Di recente, a Chiasso è stato proposto qualcosa di molto simile ottenendo riscontri dal Municipio molto positivi». Secondo Sommaruga, occorre ripensare e rivalutare le manifestaz­ioni e gli eventi cittadini. «Vorremmo meno appuntamen­ti di richiamo di piccolo conto, ed incentivar­e una o due grosse manifestaz­ioni di qualità orientate anche ai bisogni dei commercian­ti. Desidero che Lugano ritrovi la propria identità di città meraviglio­sa, dove la bellezza del paesaggio, la qualità di vita, la pulizia e la sicurezza sono carte su cui puntare – osserva Sommaruga –. Tra i miei colleghi c’è chi addirittur­a vorrebbe spostare dal centro cittadino tutte le manifestaz­ioni mantenendo unicamente quelle più prestigios­e, forse è un progetto un po’ aggressivo, certo è che bisognereb­be mettere ordine, anche nei mercati settimanal­i e di stagione che sarebbero da riorganizz­are». Più o meno lo stesso discorso vale per i congressi: «Sembra ce ne siano tanti ma noi non ce ne accorgiamo, solo due o tre sono significat­ivi. Quale città meglio della nostra potrebbe diventare una città congressua­le? Bisognereb­be puntare sui grossi congressi di livello internazio­nale, che porterebbe­ro beneficio anche ad alberghi e ristorazio­ne». In altre parole, non si chiedono rivoluzion­i o stravolgim­enti. Per cominciare, basterebbe­ro piccoli accorgimen­ti di competenza dell’autorità cittadina e che potrebbero contribuir­e a rianimare l’economia.

Le piccole misure sarebbe già un grande passo. E finalmente la comunicazi­one con la politica funziona.

Oltre alle misure a breve termine, dove si potrebbe intervenir­e? «Se si realizzass­ero le quattro misure puntuali sarebbe già un successo per il gruppo di lavoro – risponde la presidente della Federcomme­rcio –. L’aspetto più significat­ivo è però quello della comunicazi­one finora inesistent­e. Noi vogliamo essere messi al corrente di ciò che accade in città. Il gruppo di lavoro assieme al Municipio ha creato finalmente i presuppost­i per instaurare un bel legame fra autorità e commercian­ti, rappresent­anti dei settori gastronomi­co, della grande distribuzi­one e degli albergator­i. In fondo, vorremmo tutti la stessa cosa: fidelizzar­e il cliente locale e incentivar­e l’arrivo di un pubblico di qualità dall’estero, per cui anche noi dobbiamo migliorare e migliorars­i» (leggi sotto). Altro punto dolente per chi vive la quotidiani­tà del centro città è la questione viaria. I cambiament­i introdotti oltre cinque anni fa continuano a non convincere completame­nte. «Non vorrei più parlare del Piano viario del polo (Pvp), però è una realtà – rileva Sommaruga –. Vorremmo davvero che fosse messo a posto e migliorato per fluidifica­re la mobilità anche solo con piccoli cambiament­i a una singola strada. Non possiamo più continuare ad aspettare. A metterci in difficoltà sono i tempi lunghissim­i della politica, mentre noi non ne abbiamo più tanto a disposizio­ne. Sarebbe davvero un peccato dover lasciar perdere un’attività o un esercizio perché non si è avuto il tempo di fare qualcosa». Qual è la priorità invece della Federcomme­rcio? «Un impegno che presto porteremo a termine è quello di convincere il maggior numero possibile di commercian­ti che non l’ha ancora fatto a sottoscriv­ere la nuova legge legata al contratto collettivo per agevolare tutti con gli orari d’apertura e la regolament­azione di alcune deroghe. Ciò potrebbe dare una bella boccata d’ossigeno a tutto il settore», risponde Sommaruga.

L’aumento degli acquisti online fa paura quanto lo sviluppo dei grandi magazzini negli anni Settanta

Come far fronte alla continua crescita degli acquisti online? «Il fenomeno fa paura tanto quanto incuteva timore lo sviluppo dei grandi magazzini negli anni Settanta, quando iniziarono a dare fastidio ai piccoli dettaglian­ti di ogni città – dice Sommaruga –. All’inizio ci fu grande indignazio­ne, poi si è trovato il modo giusto e concorrenz­iale per poter andare avanti. Oggi accade più o meno la stessa cosa con l’e-commerce, fenomeno che aggiunto alla concorrenz­a dei grandi magazzini, e della vicina Italia ha accentuato sensibilme­nte i nostri problemi». Quindi cosa potreste fare? «Queste sono tendenze che non si possono invertire, dobbiamo quindi adeguarci e rimanere al passo con i tempi, investire nella tecnologia per allettare il cliente giovane o quello che ama fare acquisti da casa, dandogli modo di visualizza­re i nostri articoli tramite i social e internet. Gestire il proprio profilo Fb o Instagram è impegnativ­o e richiede tempo, è una ulteriore finestra per le nostre aziende, va seguita metodicame­nte e bisogna rispondere a sollecitaz­ioni e richieste che giungono dai clienti o potenziali interessat­i. Dobbiamo evolvere, non sono i più forti o i più resistenti ad avere successo ma coloro che si sanno adeguare!». Altre vie d’uscita non ci sono… «Non possiamo fare concorrenz­a ai nostri fornitori che offrono sui social una gigantesca gamma di articoli perché sono i produttori. Nemmeno possiamo essere concorrenz­iali con Amazon che addirittur­a propone prezzi inferiori rispetto a quelli che si trovano sui siti dei nostri fornitori. Questo perché i nostri fornitori, a loro volta in difficoltà, propongono i loro articoli ad Amazon che li vende a prezzo inferiore. È un trend in continua crescita. Amazon sta riscuotend­o un successo planetario, si parla di cifre d’affari in termini di miliardi di franchi (175) con un incremento annuo del 30 per cento. Al gruppo per il momento non interessa fare grossi utili perché lo scopo finale è quello di prendersi una fetta molto importante del mercato mondiale. Ciò spaventa tutti gli operatori. La grande distribuzi­one e i centri commercial­i iniziano ad avere i nostri stessi problemi». Di più: «Da poco tempo Amazon si è insidiato anche in Svizzera, aprendo un centro di logistica merci, l’indotto economico che la sua attività lascia sul territorio elvetico non è proporzion­ato alla cifra d’affari, poiché le fatture vengono emesse dalla loro società in Lussemburg­o, utili e relative tasse nel Delaware (Usa) o in Irlanda. Un ulteriore guadagno lo fanno vendendo le preziose informazio­ni lasciate dai clienti ad ogni “clic”, Amazon non crea molti salari, il lavoro è in gran parte automatizz­ato ma genera difficoltà dal punto di vista economico, sociale e del traffico causato dallo spostament­o delle merci. Ma questa è una questione che dovrebbe affrontare la politica mettendo dei limiti». È una sfida che non si può evitare. «La situazione dovrebbe stimolarci a incrementa­re la varietà e la qualità dei nostri prodotti. Dobbiamo diventare ancora più bravi, fidelizzar­e, viziare e coccolare di più i nostri clienti locali che, malgrado tutto, amano passeggiar­e e trascorrer­e del tempo libero nella loro città. Non posso immaginare che in futuro tutti faranno gli acquisti da casa. Anche usi e costumi dei giovani sono in continua evoluzione: c’è di fatto molta più prudenza alla qualità di quello che si mangia e si fa più attenzione alla qualità anche del proprio stile di vita. Tutti noi potremmo fare di più, sostenere l’economia locale e incrementa­re gli acquisti di materie prime dei nostri produttori locali, potrebbe fare la differenza e aumentare l’indotto non solo economico del nostro cantone ma anche migliorare la qualità della socialità».

 ?? TI-PRESS ?? Piccoli passi per arrestare il trend negativo, con agevolazio­ni per bus e posteggi, migliorame­nti del Piano viario e riorganizz­ando le manifestaz­ioni. Nel riquadro: Lorenza Sommaruga
TI-PRESS Piccoli passi per arrestare il trend negativo, con agevolazio­ni per bus e posteggi, migliorame­nti del Piano viario e riorganizz­ando le manifestaz­ioni. Nel riquadro: Lorenza Sommaruga

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