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Disoccupat­i over 50, firme al via

Una iniziativa popolare chiede misure per evitare che i lavoratori anziani diventino solo un costo

- Keystone-Ats

‘Lavoro invece di povertà’, è quanto chiede l’associazio­ne Workfair 50+. La politica non ha ancora preso posizione sulla proposta.

La politica, che lo voglia o no, ora dovrà occuparsi dei disoccupat­i ultracinqu­antenni e prendere posizione sul tema grazie al lancio di un’iniziativa popolare. Per le associazio­ni che rappresent­ano i senza lavoro in questa fascia di età, il problema finora è stato sottovalut­ato, eppure rappresent­a una vera e propria “bomba a orologeria” che nei prossimi anni causerà ingentissi­mi costi sociali. La raccolta di firme per l’iniziativa popolare ‘Lpp – Lavoro invece di povertà’, lanciata dall’associazio­ne Workfair 50+, è iniziata il 10 luglio. Nessun partito per il momento ha deciso di sottoscriv­ere la proposta, che prevede l’introduzio­ne di un contributo unico della cassa pensione indipenden­te dall’età, “ma abbiamo avuto reazioni molto positive e Ppd e Partito evangelico ci hanno chiesto un incontro per illustrare il nostro testo”, ha spiegato a Keystone-Ats Pierre Bayerdörfe­r del comitato direttivo. “Molti ultracinqu­antenni rischiano il licenziame­nto a causa dei costi elevati della cassa pensione a partire dai 45 anni e sono sempre più frequenti i casi di sostituzio­ne con dipendenti ‘meno costosi’, soprattutt­o in Ticino e a Ginevra. La nostra proposta vuole impedire che il lavoratori cosiddetti ‘anziani’ vengano discrimina­ti per cause economiche”, ha aggiunto. Il tasso di disoccupaz­ione (sia Seco che Ilo) degli over 50 è più basso rispetto a quello generale, ma il numero di senza lavoro in questa fascia di età cresce più rapidament­e della media. Dal 2010 al 2017 i disoccupat­i calcolati in base ai criteri dell’Organizzaz­ione internazio­nale del lavoro (Ilo) sono aumentati del 10% in generale, quelli di oltre 50 anni del 39%, secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica. La stessa tendenza si ritrova anche per quanto riguarda i beneficiar­i dell’assistenza sociale. Dal 2011, anno dell’entrata in vigore della revisione della Legge sull’assicurazi­one contro la disoccupaz­ione, il numero globale dei disoccupat­i che hanno ricevuto prestazion­i assistenzi­ali è salito del 33%, quello dei senza lavoro ultracinqu­antenni del 50,3% e questa fascia di età rappresent­a ormai un quinto del totale. Secondo Workfair 50+, solo il 13,7% dei disoccupat­i “anziani” che benefician­o dell’aiuto sociale riesce a ritrovare un vero lavoro. Visto il costante invecchiam­ento della popolazion­e, la discrimina­zione degli ultracinqu­antenni rischia di causare costi sociali miliardari a carico di Cantoni e Comuni. L’associazio­ne calcola che a seconda dell’età e delle condizioni di salute, un disoccupat­o ‘anziano’ potrebbe costare anche diversi milioni tra prestazion­i complement­ari e rette per le case anziani.

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KEYSTONE Non differenzi­are in base all’età il secondo pilastro

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