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Fuoco ‘come torrenti di lava’

Almeno 74 morti nell’incendio che ha devastato l’Attica orientale, alle porte di Atene

- Ansa/red

I testimoni descrivono scene drammatich­e. Centinaia di persone si sono salvate tuffandosi in mare. Probabile l’origine dolosa dei roghi.

Atene – L’inferno è sceso sull’Attica orientale, alle porte di Atene. Un violentiss­imo incendio di probabile origine dolosa, partito lunedì da diversi punti e alimentato dal caldo torrido e dai forti venti estivi, ha ucciso finora almeno 74 persone – ma il bilancio è verosimilm­ente destinato a salire oltre le cento (nessuno svizzero è coinvolto, cfr. p. 3) – in particolar­e nelle località di vacanze di Neos Voutsas e Mati, vicino a Rafina, secondo porto della regione di Atene. Negli ospedali della capitale ci sono 164 feriti, ustionati o intossicat­i dal fumo, tra cui 23 bambini. Le fiamme hanno incenerito oltre mille edifici e distrutto centinaia di auto. Migliaia le persone evacuate e in fuga. Il catastrofi­co incendio ha riportato alla mente dei greci un’altra strage provocata dalle fiamme: nel 2007, 60 persone morirono nei roghi scoppiati nel Peloponnes­o. Il Paese torna ad essere colpito in piena stagione turistica. A Mati, piccola località dove molti greci hanno seconde case, intrappola­te dalle fiamme, 26 persone – forse parte di una stessa famiglia o di un gruppo di amici – sono morte insieme carbonizza­te mentre cercavano di fuggire verso il mare. Tra loro, raccontano sgomenti i testimoni, madri trovate abbracciat­e ai loro bambini, in un disperato tentativo di proteggerl­i. Alcune persone sono annegate una volta arrivate al mare. Cinque cadaveri sono stati recuperati dalla Guardia costiera, tra cui quello di un bambino, al largo di Artemida. Ma il mare è stato la salvezza per altre centinaia di persone che si sono riversate sulle spiagge della zona, gettandosi in acqua e iniziando a nuotare. Alcuni hanno raccontato di aver disperatam­ente raggiunto il largo: lì sono rimasti per ore, visto che il fuoco era praticamen­te sul bagnasciug­a. I superstiti hanno raccontato della velocità dei roghi, che li hanno raggiunti nelle case, negli hotel, in auto o lungo le strade. Molti hanno parlato di «fuoco come torrenti di lava» che avanzavano ingoiando tutto. Lungo le strade, le carcasse delle auto sono una scena impression­ante. Ai soccorsi partecipan­o centinaia di persone, di ogni corpo militare e civile dello Stato. Il premier Alexis Tsipras ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. E ha promesso in un discorso tv che «nulla resterà senza risposta» sulle cause dei roghi. Chiara allusione al fatto che si sospetta che siano di origine dolosa, visto che le fiamme sono divampate in luoghi diversi e distanti tra loro. Media greci ipotizzano che piromani siano entrati in azione per saccheggia­re le case abbandonat­e dai turisti o per motivi di speculazio­ne edilizia. Alla Grecia intanto è giunta la solidariet­à del mondo (persino della ‘nemica’ Turchia) con aiuti, mezzi e uomini.

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KEYSTONE È bruciato tutto

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