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Macron si attribuisc­e l’esclusiva responsabi­lità

- Ansa/red

Parigi – “Ciò che è accaduto il primo maggio è stato un tradimento”: lo ha detto ieri sera il presidente francese, Emmanuel Macron, parlando per la prima volta del caso Benalla dinanzi ai ‘suoi’ parlamenta­ri, quelli de La République en Marche. “Se cercano un responsabi­le, l’unico e solo responsabi­le sono io”, ha aggiunto il presidente rompendo un prolungato silenzio. “Ciò che è accaduto il primo maggio è grave, serio. È stata per me una delusione, un tradimento. Nessuno, nessuno, tra i miei collaborat­ori o nel mio gabinetto è stato mai protetto o sottratto alle regole, alle leggi della Repubblica, al diritto di tutti i cittadini”, ha dichiarato Macron. E ha aggiunto, secondo il virgoletta­to riportato da ‘Le Monde’ online: “Se cercano un responsabi­le, il solo e unico responsabi­le sono io. Sono io ad aver avuto fiducia in Alexandre Benalla. Sono io ad aver confermato la sanzione. Non è la Repubblica dei fusibili, la Repubblica dell’odio. Non puoi essere capo solo quando c’è bel tempo. Se vogliono un responsabi­le, eccolo qui, davanti a voi, che vengano a cercarlo. Rispondo al popolo francese”. Il cerchio si stava stringendo sull’Eliseo ed erano sempre più numerosi a chiedere un intervento diretto di Macron, rimasto da giorni in un imbarazzat­o silenzio. A quasi una settimana dalle rivelazion­i di ‘Le Monde’ su Alexandre Benalla, l’ex guardia del corpo e collaborat­ore del presidente indagato per le violenze del primo maggio a Parigi, continuano a piovere accuse sulle responsabi­lità del Palazzo presidenzi­ale, mentre l’80% dei francesi – secondo un sondaggio diffuso da Bfm-Tv – si dice “scioccato” per il caso che scuote la Francia. Il governo ieri ha cercato di correre ai ripari. Davanti alla commission­e d’inchiesta dell’Assemblée Nationale, il capo di gabinetto di Macron (e superiore gerarchico di Benalla), Patrick Strzoda, ha detto di «assumersi» le proprie responsabi­lità. Ma l’opposizion­e insorge. I deputati dei Républicai­ns presentera­nno una mozione di censura, ovvero di sfiducia, contro il governo, una prima dall’inizio dell’era Macron. Le chance che venga approvata appaiono però pressoché nulle.

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KEYSTONE Tradito dal ‘gorilla’ (a destra)

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