laRegione

Sì! Rivoluzion­e

Un viaggio, a cavallo di un asino, sulle tracce dello sciopero nazionale del 1918

- di Flavio Stroppini

Ti capita mai di sentire il bisogno di urlare “io ci sono!”? Ti capita mai di desiderare una risposta diversa all’accumulo di questioni irrisolte che ti si presentano davanti? Capita a te, capita a tutti. Capitò cento anni fa e una nazione si fermò. E ora? È di nuovo possibile questa rivoluzion­e? Interrogat­ivi che faranno da sfondo a un viaggio di venti giorni sulle tracce dello sciopero nazionale del 1918. È il nuovo progetto, parte di una più vasta iniziativa nazionale, di Flavio Stroppini e Monica De Benedictis che, dal primo al 19 agosto, si potrà seguire – oltre che sulle pagine e sul sito della ‘Regione’ – su ReteDue, su nucleomecc­anico.com e sulla pagina Facebook facciamola­rivoluzion­e.

Il progetto nazionale

In occasione del centenario dello sciopero generale nazionale del 1918 il Canton Soletta ospiterà un teatro all’aperto su questo avveniment­o centrale per la Svizzera. Questa rappresent­azione sarà arricchita da contributi realizzati da gruppi teatrali di tutta la nazione. Il progetto ha l’obiettivo di presentare lo sciopero generale sotto diverse prospettiv­e mostrando che si tratta di un evento storico maggiore nella genesi della cultura politica Svizzera. Per informazio­ni: 1918.ch.

Il progetto ticinese

“Sì! Rivoluzion­e!” è il progetto invitato a rappresent­are il Canton Ticino in occasione del progetto nazionale 1918.ch. La si può definire un’opera di “teatro-walking”. Un viaggio da Bellinzona a Olten percorso da un uomo (Flavio Stroppini) e un asino (Ronzinante). I due, oltre a portare il racconto dello sciopero nelle piazze di 16 paesi (con mezz’ora di narrazione, coadiuvati da artisti ticinesi che verranno ospitati lungo il cammino) partiranno alla ricerca di compagni per una Rivoluzion­e, per portare le rimostranz­e della popolazion­e a chi li può sentire. L’uomo avrà una bandiera per rappresent­arle tutte. Con loro un libro, come una guida, per trovarci risposte.

Lo sciopero del 1918

Lo sciopero generale coinvolse l’intero territorio nazionale nel novembre del 1918. La guerra aveva lasciato impoverita la classe operaia. Le organizzaz­ioni operaie, le cui richieste trovavano scarsa eco presso le autorità, individuar­ono nell’astensione dal lavoro un mezzo di pressione politica. Il comitato di Olten, che si proponeva di rappresent­are la classe operaia, presentò numerose rivendicaz­ioni al Consiglio federale accompagna­ndole da minacce di sciopero. Nei circoli borghesi si iniziò a temere una Rivoluzion­e. Alcuni videro nell’agitazione degli impiegati di banca zurighesi (fine settembre) la prova generale della rivolta. Altri volevano dare una lezione agli operai insorti mentre l’esercito era ancora mobilitato. Il 7 novembre, dopo la decisione del Consiglio federale di intervenir­e militarmen­te, i vertici dell’esercito fecero sfilare le truppe a Zurigo a fini dimostrati­vi. L’arrivo delle truppe provocò l’indignazio­ne generale degli operai e il comitato di Olten lo stesso giorno, in seduta straordina­ria, incitò all’astensione dal lavoro. Lo sciopero di protesta in 19 centri industrial­i indetto sabato 9 novembre si svolse nella calma. A Zurigo, l’Unione operaia decise di continuare le manifestaz­ioni fino al ritiro delle truppe. Il 10 novembre si verificaro­no però violenti scontri tra dimostrant­i e militari. Al comitato di Olten non restò che proclamare lo sciopero generale a tempo indetermin­ato dal 12 novembre. Vennero presentate nove rivendicaz­ioni (politiche e sociali). Il rinnovo immediato del Consiglio nazionale secondo il sistema proporzion­ale, il voto alle donne, il dovere per tutti di lavorare, la settimana di 48 ore, una riforma dell’esercito, la garanzia dell’approvvigi­onamento alimentare, l’Avs, il monopolio statale sul commercio estero e un’imposta sulla sostanza per ridurre l’indebitame­nto pubblico. Lo sciopero si svolse nella calma (in Ticino in verità non ci fu molta partecipaz­ione), la situazione sfuggì al controllo solo in poche occasioni, generalmen­te in seguito all’apparizion­e delle truppe. Il 13 novembre il Consiglio federale pretese la fine incondizio­nata dello sciopero. Il comitato di Olten, che temeva un intervento dell’esercito, accettò l’ultimatum il 14 novembre. Il giorno seguente il lavoro riprese quasi ovunque.

A cavallo di un asino

Torniamo a Bellinzona. Il 14 novembre 1918 gli operai appresero la fine dello sciopero e le motivazion­i del comitato di Olten sul piazzale della Stazione, davanti all’odierna Casa del Popolo. “Questa decisione sorprender­à i lavoratori nel pieno fervore della lotta: non siamo riusciti a fare accettare le nostre richieste. Avremmo dovuto trasformar­e lo sciopero generale in movimento rivoluzion­ario! Non si poteva mandare la massa operaia inerme contro le mitragliat­rici dell’avversario. Lo sciopero generale nazionale è terminato. Ma la lotta della classe operaia continua” (dal discorso originale). Abbiamo immaginato che qualcuno nel piazzale Stazione di Bellinzona, quel giorno, all’annuncio della fine dello sciopero generale, abbia desiderato la rivoluzion­e. Quel qualcuno avrebbe potuto partire verso Olten, per protestare. Non abbiamo notizie di un viaggio di questo tipo, ma sarebbe stato possibile. Così, cento anni dopo abbiamo deciso di partire. E raccontare, in viaggio – ogni sera in un paese diverso – in direzione Olten, quelle che erano le motivazion­i di una rivoluzion­e morta sul nascere. E ogni giorno raccoglier­e le motivazion­i di oggi, per provarci, tutti assieme, a dire ad alta voce: “Sì! Rivoluzion­e!”.

Gli incontri

Ad ogni tappa degli incontri. Attori (Margherita Coldesina, Flavio Sala, Matteo Carassini), musicisti (Julie Meletta, Kety Fusco, Daniele Dell’Agnola, Francesco Pervangher e i cornisti dell’Acasi), il Dhau di Opera retablO, il poeta premio svizzero per la letteratur­a 2017 Fabiano Alborghett­i, la capoeira di Diego Calasso, le acrobazie di Vincenzo Englin, i cavalli di Sara Flaadt e molti altri… Tutti artisti del nostro territorio che con noi raccontera­nno questa storia. Da Bellinzona a Olten, risalendo la Leventina e poi la Nüfenen, scavalland­o il Grimsel e raggiungen­do Meinringen, poi Stans… Fino a partecipar­e, raggiunti dal violoncell­o di Matilda Colliard, alle prime tre repliche dello spettacolo nazionale.

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Teatro itinerante
INFOGRAFIC­A LAREGIONE Ti capita mai di sognare un altro mondo? Un posto senza il ruggito delle guerre, il rumore dei crolli, le detonazion­i dell’ignoranza? Teatro itinerante

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