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Commercio locale: cause e risposte

- Di Ronnie David, consiglier­e comunale I Verdi Bellinzona

Segue da pagina 9 (...) ai commerci del centro che non possono competere sotto questo punto di vista, anche per ovvie ragioni di spazio e politica di mobilità imposta anche dalla Confederaz­ione. Vi sono poi cause più globali, come il commercio online che ha ridotto notevolmen­te la cifra d’affari di taluni settori e la spesa oltre confine dovuta anche in parte a chi non ha sufficient­i risorse per potere acquistare locale. Oltre a questi problemi struttural­i vi sono poi i costi degli affitti davvero esagerati per immaginare di poter rischiare l’apertura di un’attività imprendito­riale. In questo settore, seppur con margini limitati, l’ente pubblico potrebbe provare a intervenir­e, da un lato attraverso dei sussidi alle attività commercial­i particolar­mente qualifican­ti per il centro storico e che portano valore aggiunto al commercio locale. Dall’altro la politica potrebbe imporre regole più ferree ai proprietar­i di immobili che speculano su affitti che di fatto risultano fuori mercato e al contempo la Città potrebbe puntare a una riqualific­a qualitativ­a delle aree urbane. Ma coloro che veramente hanno il potere di cambiare qualche cosa siamo noi consumator­i. Abbiamo la possibilit­à di fare almeno una parte dei nostri acquisti nei commerci locali, frequentar­e i locali pubblici, vivere la nostra Città, rendendoci conto del nostro potere di determinar­e il successo o meno delle nostre piccole realtà imprendito­riali. E infine ci sono i commercian­ti: a volte basterebbe però qualche sorriso in più e una parola gentile per motivare i consumator­i. Un lavoro di squadra, che va fatto se vogliamo evitare città deserte e la fine di un commercio artigianal­e/locale che è prezioso per la nostra economia.

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