Commercio locale: cause e risposte
Segue da pagina 9 (...) ai commerci del centro che non possono competere sotto questo punto di vista, anche per ovvie ragioni di spazio e politica di mobilità imposta anche dalla Confederazione. Vi sono poi cause più globali, come il commercio online che ha ridotto notevolmente la cifra d’affari di taluni settori e la spesa oltre confine dovuta anche in parte a chi non ha sufficienti risorse per potere acquistare locale. Oltre a questi problemi strutturali vi sono poi i costi degli affitti davvero esagerati per immaginare di poter rischiare l’apertura di un’attività imprenditoriale. In questo settore, seppur con margini limitati, l’ente pubblico potrebbe provare a intervenire, da un lato attraverso dei sussidi alle attività commerciali particolarmente qualificanti per il centro storico e che portano valore aggiunto al commercio locale. Dall’altro la politica potrebbe imporre regole più ferree ai proprietari di immobili che speculano su affitti che di fatto risultano fuori mercato e al contempo la Città potrebbe puntare a una riqualifica qualitativa delle aree urbane. Ma coloro che veramente hanno il potere di cambiare qualche cosa siamo noi consumatori. Abbiamo la possibilità di fare almeno una parte dei nostri acquisti nei commerci locali, frequentare i locali pubblici, vivere la nostra Città, rendendoci conto del nostro potere di determinare il successo o meno delle nostre piccole realtà imprenditoriali. E infine ci sono i commercianti: a volte basterebbe però qualche sorriso in più e una parola gentile per motivare i consumatori. Un lavoro di squadra, che va fatto se vogliamo evitare città deserte e la fine di un commercio artigianale/locale che è prezioso per la nostra economia.