Mekong a rischio
Dieci giorni fa, il WWF ha presentato un rapporto sulla foresta pluviale del Mekong, ricordando che un terzo dell’area è già andato perso. Non solo: entro il 2030 si rischia di perderne un altro terzo. Per questo motivo il WWF chiede un intervento immediato. È a rischio un intero ecosistema, e con esso la fonte di sostentamento di milioni di persone. Il disboscamento delle foreste va fermato, ma non solo nell’area del Mekong, in tutto il mondo. All’interno del rapporto del WWF “Pulse of the Forest” si trovano due valutazioni: da una parte vengono descritte le peculiarità delle varie zone, dall’altra il potenziale delle foreste della regione del Greater Mekong, composta da Myanmar, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam. La regione – come ha accertato il WWF – è una delle undici zone interessate dalla deforestazione a livello globale: nei prossimi decenni, ben l’80% delle foreste sarà a rischio. Il maestoso Mekong nasce sull’Altopiano del Tibet e sfocia nel Mar Cinese con un ampio delta in territorio vietnamita. Per tutti i Paesi che attraversa – Cina, Myanmar, Laos, Thailandia, Cambogia e Vietnam – riveste un’importanza fondamentale. La regione del Mekong è un prezioso scrigno di diversità biologica, in cui ancora oggi, ogni anno, vengono scoperte nuove specie, e in cui vivono molti animali minacciati come la tigre, il saola, l’elefante asiatico, l’orcella asiatica e la pastinaca d’acqua dolce gigante, che può raggiungere un peso di 600 kg. Le nuove specie di vertebrati e di vegetali scoperte negli ultimi 20 anni nelle foreste del Mekong sono state oltre 2’200. Non solo: la distruzione della foresta esercita un influsso diretto anche sull’approvvigionamento di acqua potabile per milioni di persone e su dozzine di fiumi, il Mekong incluso, che ogni anno fornisce più di 4,5 milioni di tonnellate di pesce. Le persone e i progetti presentati nel nostro ultimo rapporto attestano che ci sono speranze e possibilità per avere buone fonti di sostentamento tutelando nel contempo le foreste, il mondo animale e i vantaggi di un ecosistema sano”, spiega Thibault Ledecq, coordinatore regionale Foreste del WWF.