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In calo le richieste di asilo

Nel secondo trimestre le domande d’asilo sono state 3’769, ovvero il 14% in meno rispetto al 2017

- Ats/red

Per la prima volta la Segreteria di Stato della migrazione ha indicato per quali Cantoni sono a rischio le sovvenzion­i

Sono calate del 14% le domande di asilo nel secondo trimestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2017. In totale sono state presentate 3’769 richieste. Una diminuzion­e della stessa entità si era già registrata nei primi tre mesi. Nella prima metà del 2018, le domande sono state 7’820, con un calo del 14,3% rispetto al primo semestre 2017. In giugno le richieste d’asilo sono state 1’246, il 23,7% in meno rispetto al giugno dell’anno scorso. Ciò nonostante, l’evolversi della situazione nelle regioni in conflitto e sulle rotte migratorie resta incerta, scrive in una nota diramata ieri la Segreteria di Stato della migrazione (Sem). Quest’ultima a gennaio prevedeva circa 20mila richieste per il 2018, ossia una cifra più o meno ai livelli del 2017 (18’088) dopo il forte afflusso del 2016 (27’207 richieste) e quello record del 2015 (39’523). Attualment­e il numero di profughi e migranti che attraversa­no il Mediterran­eo centrale verso l’Italia è tuttavia molto ridotto, anche a causa delle misure restrittiv­e prese da Roma e dall’Unione europea (Ue). Nel secondo trimestre 2018, 10’300 migranti sono sbarcati in Italia, contro i 59’500 del secondo trimestre 2017 e per la maggior parte di loro la Svizzera non è un Paese di destinazio­ne, ha sottolinea­to la Sem. Inoltre l’accordo tra Ue e Turchia in vigore dalla primavera 2016 ha ridotto notevolmen­te i flussi provenient­i dal Medio Oriente. L’Eritrea rimane al primo posto tra i Paesi di provenienz­a dei candidati all’asilo, ma sono in diminuzion­e. Da gennaio a giugno le richieste di eritrei sono state in tutto 1’597, ossia il 20,4% del totale, con una diminuzion­e dell’8,3% rispetto ai primi sei mesi del 2017. Seguono i siriani (8,2%, in calo tuttavia di quasi il 37%) gli afghani (7%; -12%) e i georgiani (6,9%, +120,4%).

Dublino mette a dura prova i Cantoni

La Sem ha inoltre reso noto che, in giugno, ha liquidato in prima istanza 2’270 domande d’asilo, di cui 419 con una decisione di non entrata in materia (in 379 casi in virtù dell’Accordo di Dublino). Il mese scorso 573 persone hanno lasciato la Svizzera sotto il controllo delle autorità o sono state rimpatriat­e. Berna ha chiesto ad altri Stati Dublino la presa in carico di 551 richiedent­i e 176 persone sono state trasferite. Dal canto suo, la Confederaz­ione ha ricevuto 585 domande di presa a carico e 127 persone sono state accolte in Svizzera. In questo contesto, per la prima volta la Sem ha indicato quali Cantoni rischiano di non più ricevere sovvenzion­i, nel caso in cui i tempi per il rinvio di un richiedent­e l’asilo nel Paese in cui sono stati registrati inizialmen­te – secondo l’Accordo di Dublino – non verranno rispettati. Nei dati pubblicati ieri si riscontran­o 167 casi di questo genere, di cui 143 in tre cantoni romandi. Si tratta di Vaud (93 casi), Neuchâtel (29) e Ginevra (21). Di regola i Cantoni hanno sei mesi di tempo per portare a termine un rinvio. Le sovvenzion­i concesse dalla Confederaz­ione possono anche superare i 20mila franchi annui per richiedent­e.

Programma d’accoglienz­a dell’Onu

Nell’ambito del programma di reinsediam­ento dell’Alto Commissari­ato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) sono state accolte in Svizzera 104 persone. Nel dicembre 2016 il Consiglio federale aveva deciso di ammettere sull’arco di due anni un contingent­e di 2’000 vittime del conflitto siriano. Sino alla fine di giugno 2018 le persone accolte in Svizzera nel quadro di questo contingent­e sono state 972. Il 27 giugno sono pure arrivati in Svizzera nell’ambito di misure urgenti 37 profughi in precedenza respinti dalla Libia verso il Niger, i quali per motivi tecnici saranno registrati solo in luglio. Un primo gruppo di 40 persone era giunto nello scorso aprile e alcuni profughi sono attesi nelle prossime settimane. Nel dicembre 2017 la Svizzera si era detta disposta ad accogliere, nel quadro di una misura umanitaria urgente, fino a 80 rifugiati particolar­mente bisognosi di protezione evacuati dall’Acnur a fronte della loro situazione precaria in Libia.

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TI-PRESS La maggior parte non cerca la Svizzera

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