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Cohen pronto a vuotare il sacco

Trump nega di aver saputo dell’incontro con i russi, come invece sostiene il suo ex legale

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Washington – L’ultima pillola avvelenata Michael Cohen, ex avvocato personale di Donald Trump, l’affida ancora una volta alla Cnn: l’allora candidato presidenzi­ale sapeva dell’incontro del 2016 alla Trump Tower con alcuni esponenti russi che prometteva­no materiale compromett­ente su Hillary Clinton. Anzi, c’è di più: Trump avrebbe dato l’ok al meeting, al quale tra gli altri partecipò il figlio maggiore Donald Trump Junior. Ora Cohen, che a quell’incontro c’era, è pronto a testimonia­re sull’episodio e a raccontare tutto quello che sa al procurator­e speciale che indaga sul Russiagate, Robert Mueller. Anche se l’ex legale non avrebbe le prove per dimostrare che Trump sapeva. E di questo si fa forte il presidente americano, che ha sempre negato di essere al corrente dei fatti e che su Twitter ha ribadito nelle ultime ore la sua posizione: “Non sapevo dell’incontro di mio figlio, Don Jr. Mi sembra che qualcuno stia cercando di inventare storie per cercare di tirarsi fuori dalle sue difficoltà”, scrive Trump, che intanto rilancia sul secondo faccia a faccia con Vladimir Putin dopo quello di Helsinki, dicendosi pronto ad andare a Mosca se verrà invitato. Ma la posizione del presidente si complica. Anche perché spuntano nuove rivelazion­i sull’avvocatess­a russa che partecipò a quell’incontro nella residenza dei Trump sulla Fifth Avenue di Manhattan, Natalia Veselnitsk­aya. La donna infatti – secondo la Associated Press – sarebbe molto più legata al Cremlino di quanto si fosse creduto finora. Dalle carte emergerebb­e come la legale abbia lavorato come ghostwrite­r per alcuni avvocati di primo piano del governo russo e abbia collaborat­o con alcuni alti funzionari del Ministero dell’interno russo. Dunque legata a filo doppio agli ambienti che contano a Mosca e che ruotano intorno all’inner circle di Vladimir Putin. Intanto, dopo l’audio registrato segretamen­te da Cohen in cui Trump discute sul pagamento per comprare il silenzio della modella di Playboy Karen McDougal, altre tre donne sarebbero pronte a rivelare di aver ricevuto soldi per tacere su presunti rapporti con lui. A rappresent­arle ci sarebbe Michael Avenatti, il legale della pornostar Stormy Daniels, la capofila delle donne che accusano il presidente.

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KEYSTONE Lo dico, ma non ho le prove

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