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‘Con l’autopsia si vede tutto’

Il professore universita­rio e responsabi­le dell’istituto romando spiega che tutte le lesioni, anche se non letali, vengono a galla

- Di Samantha Ghisla

È possibile che un’autopsia non riveli l’intervento di una terza persona quando in realtà si è trattato di un assassinio? La domanda si fa largo nell’opinione pubblica ticinese a seguito del caso di un 48enne del Locarnese che due anni fa uccise la moglie mascherand­o il crimine con un gesto estremo. L’avrebbe fatta franca se non avesse deciso di confessare: gli elementi raccolti dal medico legale in occasione degli esami preliminar­i e dell’autopsia effettuata sul corpo della donna 48enne non erano infatti stati ritenuti tali da far scattare un’indagine per omicidio. Ricordiamo che stando a quanto da lui dichiarato, l’uomo avrebbe strangolat­o la donna facendole perdere i sensi e le avrebbe poi tagliato i polsi. L’ex moglie è poi morta dissanguat­a. Pur non potendosi riferire al caso specifico – per il quale l’inchiesta da parte della procuratri­ce pubblica Chiara Borelli è ancora in corso – abbiamo chiesto informazio­ni su tali procedure a Tony Fracasso, professore di medicina legale all’Università di Ginevra e responsabi­le dell’Unità romanda di medicina forense a Losanna e Ginevra. Dalle spiegazion­i che fornisce l’esperto, l’esito dell’autopsia del caso di Monte Carasso appare alquanto anomalo consideran­do che la manipolazi­one al collo lascia tracce più o meno evidenti.

Cosa deve indagare il medico legale?

Se il medico legale interviene in un caso di sospetto suicidio cerca di rispondere a due domande. La prima: la persona è veramente morta nel modo in cui la scena ci suggerisce? Per ottenere una risposta, in sede di autopsia, il medico legale va a cercare delle lesioni che si possano produrre attraverso il meccanismo suggerito dalla scena. Il secondo aspetto da indagare è questo: la vittima era in grado di compiere il gesto estremo? Bisogna stabilire se nel momento del presunto gesto estremo fosse ancora viva, cosciente e capace di agire. Per esempio nel caso di un apparente impiccamen­to, l’autopsia serve per capire se la vittima era già priva di vita quando il corpo è stato sospeso.

E nel caso in cui l’omicida stordisse la vittima e poi la sospendess­e causandole una morte per impiccamen­to?

In quel caso la vittima era ancora viva al momento dell’atto e quindi ci sarebbero delle lesioni vitali da impiccamen­to. Lo stordiment­o può essere causato tramite intossicaz­ione o lesioni traumatich­e e queste ultime il medico legale le vede tutte durante l’autopsia.

È possibile strangolar­e una persona senza lasciare dei segni?

Se è stato utilizzato un mezzo soffice, come una sciarpa, risulta più difficile il ritrovamen­to di lesioni. Ciò vale anche nel caso in cui il trauma non sia stato la causa della morte: se si comprime il collo

di qualcuno per un tempo sufficient­e a fargli perdere i sensi, si possono ricercare delle piccole emorragie puntiformi a livello del volto. Di solito comunque i casi di strangolam­ento con una manipolazi­one fatta con le mani lasciano dei segni piuttosto evidenti sul collo della vittima.

Ipoteticam­ente un omicida potrebbe agire in modo che dall’autopsia non emergano indizi?

Dipende dal caso specifico. Faccio però un esempio: nel caso di una persona che riporta segni di lesione vitale da impiccamen­to ma che presenta un tasso elevato di alcol o droghe nel sangue, il medico legale deve segnalare che non è escluso l’intervento di terzi poiché gli esami tossicolog­ici indicano una possibile incapacità di agire. È difficile immaginare una situazione in cui c’è una messinscen­a e nessun elemento emerga nel corso dell’inchiesta medicolega­le.

Un’autopsia non ha margini d’errore?

Tutto quello che c’è, un’autopsia è capace di vederlo. Ovvero, fa emergere tutto ciò che è traumatico, mentre vede male le morti funzionali. Non rileva per esempio crisi epilettich­e o aritmia del cuore, ovvero delle cause di morte naturale. Se dopo aver fatto l’autopsia completa e tutti gli esami complement­ari necessari il medico legale non rileva nulla, è dunque possibile escludere una morte violenta.

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KEYSTONE Gli spazi del Centro universita­rio romando di medicina legale (Curml) Il professor Tony Fracasso

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