laRegione

‘Non si ricorda un attacco così forte, compromess­o il 20% del raccolto’

-

È pesante il quadro prospettat­o da Graziano Carrara, presidente della Federviti Locarnese e valli. «Stimerei nel 20% del totale il raccolto che in Ticino è stato interessat­o dall’infezione. Vedremo i dati finali, ma sarà anche quest’anno una vendemmia un po’ scarsa, certamente non abbondante». Non che le cose, nel 2017, fossero andate meglio: «L’anno scorso ci fu il gelo primaveril­e e diversi vigneti furono aggrediti dalla grandine. Dalla metà di agosto e fino alla vendemmia arrivò una gran siccità e gli acini rimasero piccoli e leggeri». Il 2018 dei viticoltor­i è stato uno stillicidi­o di nervi, per l’impossibil­ità di agire per tempo e soprattutt­o nel tempo. Quello concesso dalla pioggia tra uno scroscio e il successivo. «Dalla metà di aprile al 10 di giugno – continua Carrara – abbiamo avuto 40 giorni di precipitaz­ioni di durate oscillanti tra il minuto e l’ora». Nemmeno il tempo di iniziare il trattament­o «e la foglia era già bagnata». Le centraline meteorolog­iche davano costante ‘allarme rosso’, chiamando a un lavoro ripetuto. «Per chi ha un vigneto piccolo e meccanizza­to in 2 ore si può fare tutto. Molti in collina, invece, ci mettono 1 giorno e mezzo a fare i trattament­i completi. Bastava un temporale di 2 minuti per rovinare tutto». Un attacco di peronospor­a così imponente, Carrara non lo ricorda da moltissimi anni. Nemmeno un ceppo del fungo così aggressivo. Meteo a parte, parziale responsabi­lità investe qualche viticoltor­e. «C’è chi ha lavorato bene e ha salvato l’uva» spiega il presidente. «Altri hanno lavorato bene, ma qualche dettaglio non ha funzionato. Bisogna purtroppo segnalare quei pochi che lavorano molto male, che potrebbero gestire al massimo 2 o 3 vigneti e invece pretendono di tenerne 7 o 8 senza riuscire a gestirli, rischiando di perdere tutto. In alcuni di questi vigneti non c’è più un acino». Cifre definitive non se ne possono avere. Nel mese e mezzo di tempo che divide dalla vendemmia (gli scongiuri sono d’obbligo) la peronospor­a potrebbe ancora rompere le uova nel paniere. Anzi, gli acini nella cesta: «Federviti invita a rispettare la tempistica degli ultimi trattament­i. Almeno uno si rende necessario entro il 15 agosto, non oltre per legge. Confidiamo nella clemenza del tempo». Conforta il fatto che «quando gli zuccheri iniziano a colorare l’uva – conclude Carrara – la peronospor­a dovrebbe sparire». Non per l’apparato fogliare, per il quale il livello di guardia non è mai abbastanza alto. «Per le foglie sarà quasi impossibil­e fermarla, talmente è forte».

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland