Aem, rete piccola ma ‘resiliente’
Computer spenti, città e aziende bloccate, impianti fermi, per un’ora e mezza più il tempo per il riavvio. Il black out elettrico di mercoledì scorso ha fermato l’intero Sottoceneri, con la notevole eccezione dei comuni serviti dalla Azienda elettrica di Massagno, nove località tra cui la stessa Massagno e Capriasca. Miracolati? Cosa è successo lo chiediamo al direttore di Aem Paolo Rossi. «In realtà non c’è nessun merito particolare da parte nostra... però c’è un tema che vorrei evidenziare. La tendenza è quella di centralizzare, ma secondo una corrente di pensiero lo spezzettamento delle reti elettriche rende la distribuzione più sicura». Se lo stesso esercito degli Stati Uniti ha seguito questa strada per difendersi dagli attacchi informatici, spiega Rossi, significa che questa scelta alternativa rende più forte la resilienza rispetto ad eventi avversi, come il guasto del trasformatore di Magadino, che ha causato il ‘blackout’ nel Sottoceneri. All’atto pratico, i comuni serviti dalla rete Aem si sono ‘salvati’ grazie a un diverso allacciamento alle grandi forniture elettriche in provenienza dalla zona alpina. Mentre tutto il resto del Sottoceneri è stato ‘spento’ da un guasto alla sottostazione di Magadino, la Aem si rifornisce da un’altra centrale, peraltro poco distante, quella di Riazzino, attraverso un collegamento elettrico realizzato per la galleria di AlpTransit, con un corrente a 50 kw/h, quindi più debole. Una soluzione introdotta circa sei anni fa. Non ha invece avuto un ruolo la ‘gloriosa’ centrale idroelettrica della Aem, sul fiume Cassarate: «Al momento l’impianto è in revisione» ci spiega Paolo Rossi. Fermo restando che il piano di emergenza prevedeva una fornitura dall’Italia (che non ha funzionato), avrebbe potuto, la Aem di Massagno, salvare le altre località del Sottoceneri cedendo loro parte della propria elettricità? «Dovrei fare delle verifiche tecniche, ma credo proprio che sia impossibile per la scarsa potenza del nostro impianto, avremmo rischiato di ‘crashare’ pure la rete di Aem. Io comunque vorrei sottolineare che il rischio zero non esiste. Tuttavia in un mondo sempre più dipendente dai computer, dall’elettronica, andare controcorrente rispetto alla tendenza di centralizzare può contribuire a ridurre i rischi. È quello che stiamo tentando di fare anche all’interno della nostra rete col progetto delle ‘smart grid’ locali».