Ci vuole un fisico bestiale
A Cornaredo arriva lo Young Boys. Abascal: ‘Contro i gialloneri occorre tanto possesso palla di qualità’.
Non poteva esserci avversario migliore dello Young Boys campione svizzero per onorare i festeggiamenti dei 110 anni di vita del Lugano. Uno Young Boys contro il quale nella passata stagione i bianconeri non avevano raggranellato nemmeno un punticino, presi per la gola dalla fisicità della squadra di Adi Hütter. A Berna è cambiata la conduzione tecnica (è arrivato Gerardo Seoane), ma non la stazza dei giocatori. Il Lugano, che a Sion aveva retto il confronto anche dal profilo fisico, dovrà dimostrare di essere davvero migliorato in un aspetto del gioco sempre più importante nel calcio moderno... «Nella partita persa lo scorso anno, con due corner nella ripresa, nel primo tempo avevamo sofferto perché contro una squadra che possiede fisicità, come l’Yb, o hai una buona gestione del pallone oppure sei morto. Dipende da noi riuscire a fare un importante possesso palla in tutte le zone del campo e, soprattutto, gestire le situazioni di transizione, di cross e di palle ferme. Se saremo capaci di attaccare e difendere con la palla potremo fare bene, per contro se non riusciremo a gestire la sfera andremo in difficoltà, sia a livello fisico, sia a livello tattico». Con l’inserimento al centro della difesa di Fabio Daprelà il Lugano ha acquisito maggiore fisicità...
«Daprelà è più aggressivo. Non è solo questione di fisico, dipende molto da ‘cattiveria’ e mentalità. Lui è un vincente, non gli piace perdere, si posiziona bene ed è bravo nell’uno contro uno. Deve migliorare in fase offensiva, ma difensivamente sia lui sia altri giocatori hanno compiuto sensibili progressi, a partire proprio dalla cattiveria espressa».
Se Abascal intende indirizzare la gara sul piano del gioco e non su quello fisico, la squadra dovrà rimanere fedele a quelli che sono i principi di gioco del tecnico andaluso... «Dobbiamo continuare a crescere, perché se pensassimo di essere arrivati per il solo fatto di aver vinto la prima partita commetteremmo un gravissimo errore. Ogni squadra
impone all’avversario un certo adattamento. Ma non si tratta di cambiare, perché ciò significherebbe una mancanza di personalità e di identità. E noi la nostra identità non la possiamo perdere. Ogni settimana siamo chiamati a confrontarci con squadre dalle caratteristiche diverse e noi ci dobbiamo adattare. Ma mai cambiare». Due parole anche su Baumann... «Per lui a Sion si trattava dell’esordio, della prima di campionato, di un primo tempo giocato sotto la curva avversaria... Tante situazioni che pian piano imparerà a gestire meglio, anche se al Tourbillon ha fatto bene, con due parate importanti. E dalla panchina l’ho sentito parlare molto, il che è segno di personalità».