‘Inattesa ma non eclatante’
Max Heinzer ritorna sul trionfo mondiale nella spada. ‘Noi squadra vera, con uno spirito di gruppo davvero magnifico’.
Giovedì 26 luglio 2018, una data che Max Heinzer porterà per sempre nel cuore. Nonostante lui stesso, e la nazionale rossocrociata, siano stati più volte protagonisti sulla ribalta internazionale. Questo, però, è un titolo mondiale, il primo a squadre della storia della scherma svizzera. E il trentunenne svittese tocca il cielo con un dito. ««È stato un giorno incredibile – ricorda Heinzer –. Tra quarti, semifinale e finale abbiamo avuto sì degli alti e bassi, ma siamo stati molto bravi a mantenere la concentrazione nel momento in cui gli arbitri hanno preso delle decisioni che avrebbero potuto destabilizzarci».
‘Per una volta ho lasciato che non toccasse a me l’ultimo duello, e Benjamin Steffen è stato perfetto’, dice lo svittese
In un giornata in cui Michele Niggeler e Lucas Malcotti sono stati davvero stellari. «E ammetto che, in parte, hanno sorpreso anche me. Lucas ha incanalato subito la sfida sui binari giusti, mentre Michele è riuscito a mettere a segno dei punti davvero cruciali. In quella finale abbiamo dimostrato di essere una squadra vera, con un magnifico spirito di gruppo».
Su Michele Niggeler e Lucas Malcotti: ‘Ammetto che, in parte, hanno sorpreso anche me’
Dopo gli Europei di Novi Sad, vi siete avvalsi della collaborazione di Silvio Fernandez, specialista dell’analisi video. Quale è stato il suo apporto? «Prima di tutto lui è stato grande campione e il suo contributo è impagabile. Grazie a lui abbiamo tutti guadagnato in malizia, sul piano tattico. Poi ci ha fornito tutte le informazioni necessarie sugli avversari, sulla maniera adatta di affrontarli per metterli in difficoltà. Sapevamo esattamente come muoverci in pedana». Quali altri fattori hanno inciso contro rivali tradizionalmente ostici come Italia, prima, e Francia e Corea poi? «In primo luogo la fiducia. Ma anche il rimescolamento delle carte tipico di una finale di Campionato del mondo. Inoltre, in semifinale contro la Francia, abbiamo cambiato approccio, a livello tattico. Per una volta ho preferito non affrontare io l’ultimo duello, lasciandolo a
Benjamin Steffen, il quale ha svolto alla perfezione il compito. Questa variante mi ha permesso di assumermi tutti i rischi del caso contro Alex Fava. E la mossa si è rivelata pagante (siccome Heinzer si è imposto addirittura per 10-2, ndr)».
È lecito dire che questo titolo mondiale rappresenta il momento più alto della carriera di Max Heinzer? «Senza dubbio. Ma anche se il trionfo di Wuxi è senza dubbio inatteso, posso dire che non è arrivato per caso. Anche perché, non dimentichiamolo, in passato abbiamo vinto tre titoli europei a squadre, oltre a diverse medaglie ai Mondiali e a sei tappe della Coppa del mondo. Si può forse parlare di sorpresa, ma vedere la Svizzera imporsi in finale a un campionato del mondo non ha niente di eclatante».