Il sereno dopo la tempesta
In Ungheria Vettel prova subito a riprendersi lo scettro, nell’ultimo duello prima delle ferie estive. ‘Dimenticato? Per forza’.
C’è più Red Bull che Mercedes dietro alla Ferrari, nel venerdì ungherese. Ma non è solo quello, a far sì che sull’asfalto di Mogyorod, cittadina a una ventina di chilometri a nordest di Budapest, sede del circuito su cui domani si corre per l’ultima volta prima delle vacanze, SebastianVettel dia l’impressione di essere tornato sereno, dopo la domenica tempestosa nella ‘sua’ Hockenheim. Dove il tedesco della Ferrari riesce a buttare alle ortiche un successo che pareva già in tasca, a causa di un errore davvero banale. «Certo che ho cancellato la Germania, cos’altro avrei potuto fare?» dice il trentunenne di Heppenheim. E che domani, dopo aver perso la leadership nel Mondiale una settimana prima, si prepara a difendersi da un nuovo assalto della Mercedes di Lewis Hamilton, tornato numero uno nel Circus con diciassette punti di vantaggio (188 a 171). Tuttavia, il ferrarista sa benissimo che il momento decisivo arriva già oggi pomeriggio. «Le qualifiche saranno cruciali», ammette. Ben sapendo che il tracciato magiaro certamente non è famoso nel mondo per le possibilità che offre in materia di sorpassi. Al contrario: difatti sembra di essere a Montecarlo, dove se uno parte davanti è sostanzialmente come se avesse già vinto.
Intanto il nuovo leader del Mondiale non pare farsi illusioni. ‘La nostra vettura preferirebbe senz’altro correre altrove’.
Ammesso – e non concesso – che si possa fare davvero affidamento sui riscontri cronometrici delle prove libere, il principale elemento della (apparente?) ritrovata serenità del tedesco in Ungheria è l’1’16’’834 di ieri pomeriggio. Quando la più veloce delle due Sf71H – quindi la sua – ha lasciato a oltre sette decimi la Mercedes W09 di Hamilton, e a più di un secondo quella del compagno dell’inglese, il finlandese Bottas.
In un weekend che al di là di ciò che capiterà in pista, per Vettel e il box del Cavallino rimarrà segnato dal ricordo di Sergio Marchionne. Con il team che ricorderà il suo presidente con bandiere a mezz’asta e monoposto e piloti listati a lutto. «Credo che la cosa migliore adesso sia quella di salire in macchina – dice Vettel, ripensando alla triste notizia ricevuta mercoledì –. Ovviamente non è una cosa semplice, ma avendo così tanto lavoro da fare penso che dovremmo concentrarci su quello». Con Kimi Raikkonen che gli fa eco. «Ovviamente
non sono questi i nostri giorni migliori, ma dobbiamo fare del nostro meglio». Quanto alla corsa, al di là del riscontro cronometrico delle libere Vettel si dice soddisfatto soprattutto per ciò che la Rossa ha saputo fare al primo approccio con il tracciato ungherese. «Anche se – rivela – sono più contento del pomeriggio, che delle prove al mattino. La macchina va bene nel giro singolo ed è la cosa più importante, in una gara come questa in cui è fondamentale partire bene e arrivare davanti a tutti gli altri alla prima curva».
L’inglese: ‘È la stessa storia’
E della forza della Ferrari sembra consapevole anche Lewis Hamilton. Anche perché, in cuor suo, sa bene che è soltanto grazie alla sbadataggine di Vettel (per così dire) se ora è di nuovo lui in testa al Mondiale. «Che sfida mi attendo? La stessa che ci impegna su questo circuito ogni anno – racconta il pilota nato a Stevenage, nell’Hertfordshire –. Questo, infatti, non è un circuito di potenza, su cui le Red Bull spesso sono più vicine, mentre le Ferrari che sono state le più
veloci l’anno scorso, probabilmente lo saranno anche questo fine settimana» A prima vista, insomma, l’inglese non sembra farsi troppe illusioni. «La nostra monoposto preferisce senz’altro correre altrove – conclude il quattro volte campione del mondo –. Comunque faremo tutto quanto è possibile per far sì che la vettura sia migliore su questo tipo di circuito. Che secondo me è non soltanto la seconda pista in cui è più difficile superare, ma pure, forse, la seconda più stretta». Dopo Montecarlo, appunto.