laRegione

Festa senza il botto

Il divieto di accendere fuochi è confermato. Deroghe a una decina di Comuni

- Di Chiara Scapozza www.bellinzona.ch).

Il temporale di sabato? Già un lontano ricordo. La siccità persiste e non basta un acquazzone a cambiare le cose. «No, certo. Temporali isolati non sono sufficient­i: per revocare il divieto generale di accendere fuochi all’aperto sono necessari due o tre giorni di pioggia». Parola di Roland David, capo della Sezione forestale del Dipartimen­to del territorio. «Il divieto è in vigore dal 9 luglio e non sono attesi cambiament­i». Ciò significa che fontanelle, razzi e affini mercoledì, in occasione del Natale della Patria, dovranno restare rigorosame­nte spenti. Pena la multa, che può arrivare fino a 20mila franchi. «È il male minore, in verità – commenta David –. Nella situazione attuale causare un incendio vuol dire rovinarsi la vita dal punto di vista finanziari­o. La negligenza infatti implica il mancato riconoscim­ento da parte dell’assicurazi­one. E i costi per lo spegniment­o di un rogo possono anche essere milionari». È quindi «indispensa­bile fare sensibiliz­zazione – ribadisce il responsabi­le della Sezione forestale –, invitando la popolazion­e a comportars­i con la necessaria prudenza». Suvvia: lo spirito della Festa nazionale lo si sente dentro e lo si canta nell’inno, mica facendo scintille (quanto meno in senso letterale). Lo ha capito anche la grande distribuzi­one, che a maggioranz­a ha deciso di rinunciare alla vendita dei fuochi in Ticino (così come negli altri cantoni in cui è in vigore lo stesso divieto). Lo hanno annunciato nei giorni scorsi Coop e Aldi; e la stessa cosa ha deciso di fare Lidl, come ci conferma il portavoce Mathias Kaufmann. Migros aveva invece optato per rifornire i propri stand. «Ci riserviamo il diritto di sospendere la vendita, ma per ora nei nostri spazi dedicati l’abbiamo prevista – spiegava giovedì alla ‘Regione’ il portavoce di Migros Ticino Luca Corti –. Questo perché oltre ai fuochi d’artificio vendiamo altra merce a tema: bandierine, lanterne, e chi più ne ha più ne metta. In ogni caso, la nostra clientela viene resa attenta sul divieto in essere e sulla possibilit­à di riportare i fuochi in caso di mancato utilizzo. Nel 2016 era successa la stessa cosa e non avevamo avuto alcun problema con i rimborsi. L’esperienza era stata buona». «Trovo che in generale sia un bel segnale – riprende David –. La maggior parte dei negozi ha rinunciato e, in caso contrario, permette alla clientela di chiedere il rimborso. Riportare la merce è la cosa migliore da fare». Anche perché i fuochi hanno una data di scadenza, che va verificata. Se per i privati il discorso si chiude qui, per gli enti pubblici invece vi è la possibilit­à data dalla legge di chiedere una deroga al divieto per poter organizzar­e

gli spettacoli pirotecnic­i o i falò, nell’ambito di un evento aperto alla popolazion­e, ‘ça va sans dire’. «I Comuni devono dimostrare che organizzan­o lo spettacolo pirotecnic­o in piena sicurezza, compreso il dispositiv­o dei pompieri pronto a intervenir­e», chiarisce David. Molto dipende da dove si svolge l’evento:

sul lago evidenteme­nte non ci sono pericoli, e il rischio è ridotto anche nelle zone urbanizzat­e. «Ci sono tutta una serie di condizioni da dimostrare». Non sono molti comunque ad essersi fatti avanti: una decina. «Concederem­o loro la deroga. Bisogna aggiungere che sono quei Comuni che da anni promuovono questo tipo di evento e sanno esattament­e come bisogna organizzar­si». Tra questi c’è Bellinzona, che salvo ripensamen­ti dell’ultima ora dovrebbe confermare il tradiziona­le spettacolo pirotecnic­o dal Castello di Montebello (informazio­ni aggiornate su

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David, Sezione forestale: ‘Causare un incendio ora significa rovinarsi la vita dal punto di vista finanziari­o’
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TI-PRESS Chi infrange il divieto rischia multe fino a ventimila franchi

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