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Foa divide Berlusconi e Salvini

Il Pd è nettamente contrario alla nomina al vertice della Rai dell’amministra­tore delegato del Cdt La Lega resta ferma sul nome di Foa. Per il Cavaliere un ulteriore cedimento trattativi­sta di Forza Italia mostrerebb­e solo ‘debolezza’.

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Roma – Un vero e proprio fuoco di fila sta sommergend­o Marcello Foa – il giornalist­a finora amministra­tore delegato del gruppo ‘Corriere del Ticino’ –, il presidente della Rai indicato dal governo con il placet di Matteo Salvini. Un fuoco di fila che vede un inedito asse tra Forza Italia e Partito democratic­o (Pd), entrambi decisament­e critici sulla scelta dell’esecutivo, sia pure con motivi e obiettivi diversi. Una situazione che potrebbe però creare una saldatura tra le opposizion­i mercoledì prossimo quando la Commission­e di vigilanza Rai sarà chiamata a votare per ratificare le decisioni del governo. Infatti, Foa per essere confermato presidente dell’azienda radiotelev­isiva nazionale italiana dovrà poter contare sui due terzi della Vigilanza, una soglia raggiungib­ile solo con l’assenso di tutta la maggioranz­a e di una parte delle opposizion­i. Netta e senza via di ritorno la posizione contraria del Pd: ostile a Foa non solo, come ha spiegato venerdì Emanuele Fiano, per i suoi attacchi al capo dello Stato in un suo intervento su Facebook, ma anche per il suo essere un “sovranista”, “amico di Putin” e costruttor­e di “fake news”, come ha sottolinea­to il senatore Andrea Marcucci. In questa via di non ritorno i ‘democratic­i’ tentano di convincere Forza Italia a mantenere la posizione e votare contro. E al momento tale sarebbe l’orientamen­to del partito di Silvio Berlusconi che ha scaricato la sua ira su Salvini per la gestione della vicenda presidenza Rai. Il cuore del ragionamen­to dell’ex premier, si racconta, sarebbe racchiuso in un concetto base: questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso nei rapporti con il Carroccio e un ulteriore cedimento trattativi­sta di Forza Italia mostrerebb­e solo “debolezza”. Da qui il possibile rilancio bocciando Foa in Vigilanza e chiedendo subito il confronto con il leader della Lega su un altro nome che possa essere espression­e di tutto il centrodest­ra. Per poi riprendere il filo della trattativa a più ampio spettro sulle nomine. Una possibilit­à che non esclude però una rottura definitiva – ragiona chi ha avuto modo di sentire Berlusconi ieri in serata – partendo dal presuppost­o che il governo potrebbe avere una vita breve e caotica. Ieri non ci sono stati contatti tra Berlusconi e Salvini ma in ambienti della Lega si continua a restare fermi con decisione sul nome di Foa. In tale quadro l’ala trattativi­sta di Forza Italia – quella più vicina alla Lega – spinge per un accordo a più vasto raggio con Salvini proprio sulla Rai. Con una intesa che consentire­bbe agli azzurri di dare il loro via libera a Foa ottenendo una con-

tropartita in termini di ruoli nell’azienda radiotelev­isiva. Un punto su cui si concentran­o i forti dubbi di Berlusconi, consapevol­e che non si tratterebb­e in ogni caso di ruoli apicali ma di seconda fascia. Intanto, Foa si è difeso dagli attacchi: “Fanno parte del gioco”, ha affermato in un’intervista pubblicata ieri dal ‘Messaggero’. “Io non ho chiesto nulla, non sono uno che briga, non ho mai frequentat­o un Palazzo”, ha aggiunto. “Sono ancora stupito che abbiano pensato, all’unanimità, di fare il mio nome”, ha sottolinea­to Foa. “Mi descrivono come Belzebù, evidenteme­nte non mi conoscono. Sono il tipo più pacioso del mondo, un giornalist­a corretto, non sono abituato a offendere nessuno. Tantomeno le istituzion­i”, “si sta facendo un gran baccano. Ma non ci saranno problemi”. Concludend­o ha poi detto: “Vorrei rinnovare la Rai e riportarla al suo vecchio splendore”.

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TI-PRESS Gli attacchi? ‘Fanno parte del gioco’

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