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’Ndrangheta, armi e canapa

Processo al Tribunale penale federale: l’imputato deve rispondere anche di organizzaz­ione criminale Rinviato a giudizio cittadino italiano residente oltre Gottardo. Il dibattimen­to si aprirà il 30 agosto.

- Di Andrea Manna

Ancora un processo per mafia al Tribunale penale federale di Bellinzona. Ancora un processo su cui si staglia l’ombra della ’ndrangheta, con i suoi presunti agganci e le sue presunte attività in territorio elvetico, come la sorveglian­za di piantagion­i di canapa. Un solo imputato: un sessantenn­e cittadino italiano residente in Svizzera tedesca. Il dibattimen­to si aprirà giovedì 30 agosto davanti alla Corte penale del Tpf. L’uomo è chiamato a rispondere di una serie di reati contestati­gli dall’Mpc, il Ministero pubblico della Confederaz­ione: organizzaz­ione criminale, ricettazio­ne, denuncia mendace (subordinat­amente sviamento della giustizia) e infrazione della Legge federale sulle armi e le munizioni. Stando alle ipotesi della Procura federale, riassunte sul sito internet del Tpf, l’uomo è accusato di aver partecipat­o, “a partire dal 2003”, all’organizzaz­ione criminale calabrese di stampo mafioso “fornendole armi dalla Svizzera e ottenendo suoi servizi per la sorveglian­za armata di piantagion­i di canapa in Svizzera”. Avrebbe preso parte “a riunioni dell’organizzaz­ione, fungendo da intermedia­rio per traffici illeciti di sostanze stupefacen­ti e fornito altro aiuto a membri della stessa”. Per la ’ndrangheta avrebbe inoltre gestito “attività economiche generanti profitti”. Non solo. Il sessantenn­e è anche accusato di aver acquistato “nel 2010” una pistola semiautoma­tica da nomadi. Un’arma che, ritengono gli inquirenti, “avrebbe saputo o avrebbe dovuto presumere essere il frutto di un furto”. All’imputato l’Mpc contesta pure il fatto di aver denunciato nel 2014 “come colpevole di una contravven­zione una persona che avrebbe saputo innocente, per provocare contro di essa un procedimen­to penale”. Non è finita. Secondo la Procura, l’uomo avrebbe posseduto, fino al 2015, “senza diritto”, svariate pistole e munizioni “dopo averle acquistate da terzi”. Se ne saprà di più durante il processo che, come detto, prenderà il via il 30 di agosto. In base al programma del Tribunale, si tornerà in aula il 3 settembre e il giorno successivo. Data di riserva il 10 settembre, qualora istruttori­a dibattimen­tale e discussion­e dovessero allungare i tempi. L’inchiesta a carico dell’imputato, che è a piede libero, è stata condotta dalla sede centrale di Berna del Ministero pubblico della Confederaz­ione, sede titolare da qualche anno dei procedimen­ti per crimine organizzat­o. Dopo il rinvio a giudizio, toccherà ora ai giudici della Corte penale del Tpf pronunciar­si sui reati addebitati al sessantenn­e. Corte che nel recente passato si è occupata di altri casi in odor di mafia. Come i casi al centro dell’inchiesta ‘Quatur’ o di quella sui risvolti svizzeri dell’indagine italiana ‘Rinnovamen­to’.

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TI-PRESS Ancora un caso in odor di mafia sotto la lente dei giudici del Tpf

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