‘Misure cantonali e un tavolo di discussione’ Li chiede un’interrogazione sul mercato del lavoro
Il mercato del lavoro ticinese sta vivendo una vera e propria emergenza. Lo dicono i numeri e gli studi recenti; l’ultimo in ordine di tempo, il rapporto della Seco sugli abusi in materia di libera circolazione delle persone dove emerge che il Ticino detiene il record nazionale di infrazioni. E sempre a Sud delle Alpi si è in cima alla lista dei contratti normali di lavoro, imposti dalle autorità là dove i salari sono sotto la soglia di povertà. Cosa intende fare il Consiglio di Stato? È quanto chiede Ivo Durisch, capogruppo socialista, in un’interrogazione sottoscritta anche da Massimiliano Ay (Pc) e Michela Delcò Petralli (Verdi). In primo luogo, definito il quadro sopra descritto, i tre deputati si domandano se non sia il caso di “rafforzare le misure di accompagnamento federali [quelle in vigore per contenere i problemi dati dalla libera circolazione delle persone, ndr] con misure di accompagnamento cantonali”. E questo anche perché, si precisa nell’atto parlamentare, “la pressione sugli stipendi è talmente alta che in diversi settori dal 2008 al 2014 sono diminuiti i salari mediani (in 7 sezioni su 17)”. Non solo. Sempre in Canton Ticino la differenza salariale con le altre regioni si aggira ancora sui 1’000 franchi e al contempo si registra “il maggior tasso di disoccupati (circa 19’000) della Svizzera, di cui la maggior parte vorrebbe poter lavorare a una percentuale maggiore perché non riesce a giungere alla fine del mese”. Ce n’è quanto basta, insomma, per rafforzare i controlli e le misure. E a questo proposito, si chiede ancora nell’interrogazione, “quanti controlli sulle misure di accompagnamento federali sono stati fatti annualmente dal 2004 a oggi?”. E in quanti casi si è constatata un’irregolarità nell’applicazione della legge? Infine, “a oltre un anno e mezzo dalla chiusura del Tavolo di lavoro sull’economia, non intende il Consiglio di Stato convocare un ‘Tavolo’ urgente sul mercato del lavoro?”. Un’azione cantonale è dunque auspicata perché quanto promosso a livello federale non è fin qui bastato per “contenere il degrado del mercato del lavoro”.