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Via libera al suicidio assistito a Ginevra

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Sono entrate in vigore sabato, seppur parzialmen­te, le nuove norme che garantisco­no la pratica del suicidio assistito negli ospedali e nelle case anziani del Canton Ginevra. Devono ancora essere nominati i membri della commission­e incaricata della sorveglian­za. Questo organo sarà costituito al più tardi alla fine di settembre, ha indicato ieri alla radio romanda Rts Mauro Poggia, a capo della sanità cantonale. Verrà formato da un medico, un rappresent­ante della direzione generale della salute, uno specialist­a in bioetica, un avvocato e un delegato delle organizzaz­ioni a tutela dei pazienti. Potrà rivolgersi alla commission­e chiunque abbia dei dubbi su un caso di aiuto al suicidio, soprattutt­o quando si tratta di situazioni in cui il paziente non è in grado di discernere. Una volta allertata, essa potrà, qualora lo ritenesse necessario, coinvolger­e il Ministero pubblico. «Partiamo dal presuppost­o che» in questo paio di mesi «non ci saranno circostanz­e preoccupan­ti. Analizzere­mo eventuali casi come avremmo fatto senza la legge attuale», ha spiegato Poggia. Il consiglier­e di Stato, durante il dibattito in Gran Consiglio lo scorso maggio, si era fortemente opposto a qualsiasi modifica legislativ­a, ritenendo che la libertà di morire fosse già garantita. Con le novità introdotte, ospedali e case di cura possono ora assicurare – a determinat­e condizioni – il diritto al suicidio assistito ai loro ospiti. Se il paziente è nel pieno delle sue facoltà, se soffre di una malattia grave e incurabile e se altre alternativ­e sono state discusse con lui, le strutture sono obbligate ad assecondar­e la sua decisione. Leggi simili sono state già adottate a Vaud e a Neuchâtel.

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