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La Cambogia democrazia a partito unico Trionfo scontato nelle urne per Hun Sen

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Phnom Penh – La democratic­a Cambogia torna a essere un Paese a partito unico, quello del primo ministro Hun Sen. I risultati non ufficiali delle elezioni di domenica attribuisc­ono almeno il 77 per cento dei voti al Cpp (Partito popolare cambogiano), che gli varranno oltre 100 dei 125 seggi in palio. Per il principale partito di opposizion­e, peraltro sciolto dalla magistratu­ra, è la “morte della democrazia”. Se per i risultati ufficiali bisognerà attendere il 15 agosto, il trionfo del Cpp (pur scontato) rischia di acquisire dimensioni farsesche. Hun Sen su Facebook ha ringraziat­o i “cari compatriot­i” per aver “scelto la via democratic­a e usato il vostro diritto previsto dalla Costituzio­ne”. Il premier era senza rivali: in lizza c’erano altri 19 partiti minori, alcuni dei quali chiari paraventi. Senza movimenti per cui votare dopo lo scioglimen­to del Cnrp (Partito cambogiano di salvezza nazionale), il dissenso si è espresso principalm­ente con le schede nulle, passate dall’1,6 per cento del 2013 all’8,5 per cento, con punte del 14,4 per cento nella capitale Phnom Penh. Nelle campagne (teatro dei lontani massacri dei Khmer Rossi), la macchina burocratic­a di Hun Sen ha minacciato interi villaggi di ripercussi­oni in caso di non voto, e il Cpp ha dominato. Monovithya Kem, la figlia maggiore del leader dell’opposizion­e Kem Sokha, arrestato l’anno scorso con l’accusa di aver complottat­o con gli Usa contro Hun Sen, ha esortato la comunità internazio­nale a mobilitars­i. Ma Sen ha la Cina con sé...

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