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Piscine, il tuffo vale la candela

La situazione dei lidi regionali tra spese, innovazion­i e difficoltà di gestione. Ma c’è fiducia In controtend­enza rispetto ad altri cantoni, in Ticino si sceglie di investire

- Di Thomas Schürch

Nostro giro d’orizzonte nei lidi regionali tra spese, innovazion­i e difficoltà di gestione. Il Ticino è in controtend­enza rispetto ad altri cantoni e sceglie di investire.

Se a livello nazionale le piscine non stanno attraversa­ndo un periodo positivo, per quanto riguarda il Ticino la volontà sembra essere quella di continuare a investire. Come riportato dall’Ats (vedi edizione del 20 luglio, ndr), diversi comuni elvetici si interrogan­o sul futuro dei propri impianti, e si stanno chiedendo se sia il caso di affrontare grossi lavori di ristruttur­azione o se sia meglio rinunciare. Le spese sono alte e non è semplice neppure pianificar­e gli investimen­ti. «Si tratta di un settore importante per il nostro territorio e va preservato – afferma infatti Christophe Pellandini, direttore operativo del Centro regionale balneare di Locarno –. È normale che ci siano dei costi alti e che le infrastrut­ture necessitin­o di un risanament­o dopo un certo periodo. Ma con un piano di lavoro ben strutturat­o è possibile rientrare dalle spese immediate e ammortizza­re quelle a lungo termine nel giro di un decennio». Bisogna ingegnarsi per trovare il modo di aumentare le entrate. Sì, riprende Pellandini «è necessario coinvolger­e il cliente offrendogl­i diverse opportunit­à come corsi di nuoto e di acqua gym. Tenere aperta la piscina coperta durante l’estate, inoltre, può garantire delle buone entrate anche nei giorni di pioggia». Alla piscina di Bellinzona sono in corso i lavori di restauro iniziati nel 2012. L’impianto fa parte del patrimonio dei monumenti protetti della città e, come tale, viene salvaguard­ato. «Siamo giunti alla terza tappa di questo risanament­o – afferma Fabio Gervasoni, direttore del Dicastero opere pubbliche –. Il costo finale sarà di circa dodici milioni». Spesa, questa, sostenuta dalla città indipenden­temente dall’esito della stagione balneare. «Quando capita un’estate piovosa è inevitabil­e ritrovarsi in rosso a fine anno. Ma la piscina va mantenuta in ogni caso, anche perché apprezzata dagli utenti». Le entrate, come detto, sono inevitabil­mente determinat­e dal meteo. «Per noi sono decisive soprattutt­o le prime settimane – spiega Roberto Mazza, direttore della Divisione sport della Città di Lugano –. Se piove durante i mesi di maggio e giugno, la stagione può essere già considerat­a negativa. I guadagni di luglio e agosto sono garantiti, ma non bastano a compensare un inizio deludente». Se per il lido di Lugano la situazione è almeno stabile, la struttura di Carona ha rischiato la chiusura. «Non disponendo di un pallone che permetta l’apertura durante l’inverno, nel 2014 il Municipio aveva considerat­o l’ipotesi della chiusura. Il rischio per ora è scongiurat­o, ma bisognerà trovare il modo di rilanciarl­a e renderla più interessan­te con l’aggiunta di nuovi spazi. Si potrebbe dotarla di un piccolo parco giochi. Servono nuove idee e il coinvolgim­ento di partner privati». Anche i comuni più piccoli affrontano il tema delle piscine: per molti di loro il lido rappresent­a un’infrastrut­tura importante. «Per una realtà come la nostra, riuscire a mantenere la piscina è essenziale – conferma Elena Fenini, vicesindac­o di Cevio –. Per permettere alla nostra infrastrut­tura di sopravvive­re, in vista del futuro progetto del Centro sportivo utilizzabi­le anche dalla Scuola media, negli ultimi anni abbiamo fatto importanti investimen­ti». Che sono fondamenta­li anche per l’economia locale poiché creare «un ulteriore servizio per la nostra popolazion­e, che contribuis­ce ad attirare gente da fuori, per noi è indispensa­bile». A Brissago il Consiglio comunale ha stanziato nel febbraio 2017 un credito di quasi due milioni e mezzo per ristruttur­are l’impianto risalente agli anni 70. Una grossa spesa, giudicata però necessaria. Altri comuni cercano di aiutarsi l’un l’altro, come nel caso di Bissone: i paesi limitrofi si sono assunti parte delle spese della piscina in cambio di sostegno economico per i loro progetti futuri. Savosa e Massagno sono comproprie­tari del Centro sportivo Valgersa e coprono assieme circa il 60 per cento dei costi. Non c’è mai stata da parte loro l’idea di rinunciare alla piscina, che viene considerat­a un punto fermo e un motivo di vanto.

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TI-PRESS La piscina comunale di Bellinzona

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