Lo ‘Stato-Nazione del Popolo ebraico’
discendenti dagli invasori della Palestina guidati dal califfo Umar ibn al Kattab nel 637, la cui presenza in Palestina è da allora costante? È una questione secondaria, per gli ebrei, visto che Dio ha promesso la terra al popolo ebraico. In ogni caso, gli arabi non possono e tanto meno potranno creare problemi e vantare pieni diritti di cittadinanza; nel migliore dei casi saranno tollerati, ma ogni occasione sarà buona per allontanarli. Ricordiamo che nel 1945 in Palestina risiedevano 1’240’850 arabi e 553’600 ebrei (Massimo L. Salvadori, Storia dell’età contemporanea, p. 992). Dopo le spaventose persecuzioni subite in Europa dai tedeschi durante la guerra, l’immigrazione ebraica in Palestina aumentò fortemente. Allo stato attuale la Cisgiordania, formalmente territorio “occupato”, è destinata ad essere inglobata nello Stato ebraico attraverso i crescenti “insediamenti” imposti “manu militare”. Il “ritorno” dei milioni di profughi arabi fuggiti nei vari Stati arabi in occasioni delle varie guerre, a partire dalla proclamazione Stato di Israele (14 maggio 1948), è un’ipotesi impraticabile, come anche il nostro ministro degli esteri ha fatto notare. Tornando all’attualità, il momento era favorevole, per Netanyahau, per proclamare lo “Stato-Nazione del popolo ebraico”, dal momento che Donald Trump aveva manifestato l’intenzione di spostare la sede dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme. Ciò garantiva ulteriormente l’appoggio incondizionato degli Usa a Israele e risolveva di fatto, a favore di quest’ultima, l’annosa questione dello statuto di Gerusalemme. Secondo la risoluzione 181 delle Nazioni Unite del 1949, Gerusalemme non avrebbe dovuto far parte né dello Stato di Israele, né del mai nato Stato palestinese, ma avrebbe dovuto assumere uno statuto internazionale, con la garanzia e l’amministrazione dell’Onu medesima. Ma il parlamento d’Israele, il 30 luglio 1980, oltre a proclamare l’annessione del settore giordano di Gerusalemme, ha dichiarato Gerusalemme “capitale unita e indivisibile di Israele”. In tempi recentissimi,(...)
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