Una Pedemontana ‘incerta’
Quelle di Danilo Toninelli, ministro pentastellato delle Infrastrutture, sono state parole – pronunciate in Commissione Lavori pubblici – che in molti hanno inteso come campane a morte per la Pedemontana Lombarda di cui si parla dal 1947. «Il governo intende sottoporre a un’analisi costi-benefici anche la Pedemontana Lombarda» le considerazioni di Toninelli. Il ministro ha aggiunto che l’analisi «contempla anche l’abbandono del progetto laddove sia dimostrato che il complesso dei costi è superiore a quello dei benefici». Per completare l’opera mancano ancora le tre tratte più importanti: da Lentate sul Seveso allo svincolo di Osio Sotto (Bergamo) dell’autostrada A4 (MilanoVenezia). E soprattutto mancano ben 2,4 miliardi di euro. La Società Pedemontana Lombarda spa (controllata da Milano-Serravalle, e quindi indirettamente anche dalla Regione Lombardia) in poco più di due anni ha accumulato debiti per 77,6 milioni di euro. Le perdite dello scorso anno, ad ogni modo, sono diminuite rispetto a quelle del 2016. E ciò lo si deve al fatto che il traffico sulle tratte già aperte nel 2017 è aumentato del 26%. Tendenza confermata nel primo semestre di quest’anno. Lo scorso anno gli introiti sono stati pari a 30 milioni di euro rispetto ai 23,6 milioni del 2016. A trainare in termini assoluti gli incassi di Pedemontana è la A36 tra Lomazzo (A9) e Cassano Magnano (A8) che segna un incremento del 40% fra il 2016 e il primo semestre 2018. In buona parte lo si deve a coloro che sono diretti all’aeroporto della Malpensa. Stesso discorso per la tangenziale di Como che nel semestre è salita a 22mila passaggi al giorno, il doppio rispetto al 2016. Il relativo pedaggio, dunque, continuerà ad essere pagato sino al 2023. Ciò nonostante, i dubbi sulla possibilità di portare a termine i lavori rimangono. M.M.