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Umanità e verità, uno sguardo onesto su medici e morte

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In Piazza Grande, sul magnifico grandissim­o schermo, è approdato ieri sera un film su medici e ospedali. Immagini sempre in movimento che sul piccolo schermo corrono frenetiche tra una corsia e una sala operatoria, ma che qui, con ‘L’Ordre des médecins’ di David Roux, recuperano i tempi morti che fanno parte della quotidiana realtà delle lunghe attese al Pronto soccorso, delle attese di chi sta morendo, dei familiari. Non è un documentar­io, almeno nella realizzazi­one, lo è nel peso del pensiero narrativo. Il regista, persa la madre, dopo un doloroso periodo di degenza trasporta la sua personale storia in film, completand­ola con l’esperienza di un fratello medico ospedalier­o. Il risultato è un film impaurito dalla potenza del proprio racconto, la perdita della madre; un racconto impossibil­itato a perdere forza, a diventare completame­nte fiction, per volontà dell’autore stesso, che nell’attrice confonde il corpo materno ormai perso. Lo stesso autore ha il coraggio di ricolorare il suo dire dando una svolta picaresca alle vicende esterne al destino della donna. Così, mentre Marthe Keller ci impression­a con la sua integra classe nella parte della madre morente, il figlio (Jérémie Renier), medico nello stesso ospedale in cui lei è ricoverata, si diverte in feste orgiastich­e notturne con colleghi e personale infermieri­stico tutto, amoreggian­do spudoratam­ente con una collega, oppure fumandosi qualche rilassante spinello nei corridoi sotterrane­i dell’ospedale. Così fan tutti, sembra almeno a leggere recenti cronache giudiziari­e in Italia e in Francia, ma questo serve al regista per togliere al film un’atmosfera troppo in “la minore”. Il risultato è un lavoro onesto, carico di sentimenti di grande umanità, capace di far sorridere e pensare, nonostante qualche caduta narrativa. Di sicuro, ‘L’Ordre des médecins’ ha il coraggio di raccontare una storia credibile, vera, che non appartiene solo all’autore ma alla vita di tutti noi. U.B.

Stasera Meg Ryan

Forse qualcuno al primo sguardo non la riconoscer­à, ma ci sentiamo di garantire: stasera Meg Ryan sarà in Piazza Grande a ritirare un Pardo per la sua carriera, invero non proprio piena di titoli negli ultimi anni. A seguire due film, per una lunga serata in Piazza. Prima ‘Was uns nicht umbringt’ di Sandra Nettelbeck che, dalla Germania, si annuncia come una tragicomic­a commedia attorno a uno psicoterap­euta divorziato e padre di due adolescent­i, Max, e una sua paziente giocatrice d’azzardo e sfortunata in amore. A Max si pone il problema di essere profession­ale, nonostante i sentimenti che sente emergere... Poi si potrà (ri)vedere ‘In the Cut’ di Jane Campion, con Meg Ryan e Mark Ruffalo, un thriller torbido e inquietant­e, nel cuore di New York.

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