‘Ho scelto di rappresentare la Svizzera. E il Team Ticino...’
Nato e cresciuto a Bellinzona, Doldur possiede sia il passaporto elvetico, sia quello turco, in quanto i suoi genitori sono curdi, della Turchia appunto. Il 18enne ha però già fatto la sua scelta, vestendo in più occasioni la casacca rossocrociata, dall’esordio con la selezione U15 nel novembre 2014 (con tanto di gol e assist nell’amichevole con l’Austria) ai 73 minuti disputati con la U18 contro la Svezia lo scorso ottobre... «Ho ricevuto anche la convocazione per le varie selezioni turche, ma finora ho sempre rinunciato, perché sono nato e cresciuto in Svizzera e ho scelto di rappresentare il Paese in cui ho sempre vissuto. In questo senso per me non ci sono problemi e guardando quanto successo al recente Mondiale, a livello umano posso capire il gesto e la reazione emotiva di Xhaka e Shaqiri (il gesto dell’aquila bicipite albanese nel match contro la Serbia, ndr), ma mi dispiace per la polemica che ha scatenato, perché il fatto che uno possegga la doppia nazionalità, non preclude la possibilità di dare il massimo per il Paese che si rappresenta. Per me la Nazionale svizzera rimane un obiettivo. Nel 2018 non ci sono ancora state partite ufficiali ma solo qualche campo di allenamento, al quale ho partecipato, mentre adesso ci saranno le qualificazioni all’Europeo U19 e spero di venir convocato». Altro tema caldo dell’estate, ma prettamente in salsa ticinese, il Team Ticino, in cui Siyar ha militato per più stagioni prima di trasferirsi in Vallese... «Anche se appartenevo al Bellinzona, quando indossavo la maglia del Team Ticino, non ci pensavo. E lo stesso vale per i miei compagni, perché in quel momento rappresentavamo il nostro cantone in un campionato che raggruppava le altre realtà regionali d’élite della Svizzera. Il club di provenienza e le possibili rivalità tra le stesse società vengono messe da parte e ci si cala al cento per cento nella realtà Team Ticino, identificandosi sotto lo stesso stemma e remando tutti nella stessa direzione. Chissà che un giorno questo non sia possibile anche tra i “grandi”...». SC