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La Lettonia non è il Ticino

Stavolta la Svizzera punta a sei medaglie. ‘A maggio avevamo superato le aspettativ­e’. Elena Roos vuole di nuovo il podio.

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Il Mondiale non è l’Europeo. Quello straordina­rio del mese di maggio, nei boschi ticinesi. Dove la Svizzera aveva stracciato tutti, mettendosi al collo addirittur­a undici medaglie. «In Ticino abbiamo senz’altro superato le aspettativ­e, soprattutt­o grazie alle ragazze (tra cui la nostra Elena Roos, ndr), che hanno fatto molto meglio di ciò che pensavamo». Parola di Christine Lüscher-Fogtmann, capo della disciplina a livello nazionale, che in qualche modo mette le mani avanti pensando ai Mondiali in Lettonia, che iniziano domani. Dove la Svizzera punta a salire sul podio sei volte. Cosciente che, rispetto ai Campionati d’Europa a Sud delle Alpi, stavolta sarà tutta un’altra storia. Tenendo conto del fatto che al Campionato del mondo le delegazion­i di tutti Paesi vi arrivano al top della loro forma, siccome l’appuntamen­to costituisc­e per tutti il più importante dell’intera stagione. Tuttavia, in una rassegna che sarà pure l’ultima a distribuir­e così tanti titoli – in futuro, infatti, ai Mondiali ci sarà una scissione netta tra le prove nei boschi (distanze lunga e media e staffetta) e quelle cittadine (ovvero le gare sprint e, novità, lo sprint a eliminazio­ne): le prime si terranno negli anni dispari, le seconde in quelli pari –, la Svizzera vuol fare ben meglio rispetto a un anno fa, quando tornò dall’Estonia con appena tre medaglie. Bottino che conta ora di raddoppiar­e, grazie a una selezione di atleti che vantano tutti una vasta esperienza ai massimi livelli, e hanno nel loro palmarès un buon manipolo di titoli. Infatti Daniel Hubmann, campione uscente dello sprint urbano, ha al suo attivo ben sette ori mondiali, e pure Matthias Kyburz,

Florian Howald, Fabian Hertner e Martin Hubmann hanno colleziona­to diversi titoli e podi. Ciò che, seppur in misura minore, hanno fatto tra le ragazze pure Judith Wyder, Julia Jakob, Sabine Hauswirth e Sarina Jenzer, che con la ticinese Elena Roos completano la rappresent­ativa nazionale.

Il weekend è già indicativo

Il primo weekend di gare ci dirà subito se i rossocroci­ati saranno stati all’altezza delle loro ambizioni. Infatti nello sprint individual­e maschile Hubmann e Kyburz

sono i grandi favoriti con lo svedese Leandersso­n, il britannico Jones e il belga Michiels, mentre le ragazze, soprattutt­o la Wyder e la nostra Elena Roos fanno parte della ristretta cerchia delle pretendent­i alle medaglie e delle sfidanti della star attuale dell’orientamen­to al femminile, quella Tove Alexanders­son, decisa a ripetere i successi dello scorso anno, quando si mise al collo tre medaglie d’oro dopo aver dovuto rinunciare alla finale dello sprint per un’improvvisa infreddatu­ra. Sprint che in Estonia lo vinse la danese Alm, che in stagione non

è ancora riuscita ad agganciare la forma del 2017, mentre fra le avversarie più ostiche di Elena Roos figura anche la russa Natalia Gemperle. La ragazza di Cugnasco, nelle stradine della magnifica città vecchia di Riga punta ad un posto fra le migliori cinque, mentre per lei anche primo podio iridato individual­e, dopo il bronzo in staffetta un anno fa, sembra lì da cogliere. Con Florian Howald, Judith Wyder e Fabian Hertner, Elena Roos farà anche la staffetta mista, e tenterà di ripetere l’exploit di Tesserete, quando il quartetto si aggiudicò nettamente l’oro europeo,

a spese di Svezia e Norvegia. Poi, dopo le gare urbane, da Riga gli atleti si sposterann­o in periferia, nella regione di Sigulda, dove sono previste le gare boschive, con Elena Roos che sarà al via nella staffetta e nella gara sulla distanza lunga che chiuderà la settimana dei Mondiali. Dove ci sarà pure un secondo ticinese, quel Sebastian Inderst che difenderà per la terza volta i colori dell’Italia. Reduce da un campo d’allenament­o in Engadina, l’esponente del Gold Savosa sarà in pista nella staffetta e nelle gare sulla distanza media e su quella lunga. L.N./RED

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TI-PRESS/D.AGOSTA Dopo il bronzo in staffetta un anno fa, per la ticinese il primo podio iridato individual­e sembra lì da cogliere

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