laRegione

Contorsion­ismi fiscali

- di Manuele Bertoli, consiglier­e di Stato

Segue dalla Prima (…) di cui godono i lavoratori residenti in Italia che lavorano in Svizzera comporta degli squilibri rispetto ai loro vicini di casa che lavorano in Italia. Osservato dal Ticino, il problema – in assenza di sufficient­i misure di accompagna­mento alla libera circolazio­ne efficaci, prima fra tutte un salario minimo dignitoso – è costituito dal possibile dumping salariale sfavorevol­e ai lavoratori residenti in Ticino. Visto dalle regioni insubriche, esso è invece costituito dalla fuga di lavoratori ben formati verso la Svizzera. Eppure una soluzione semplice e di gran lunga meno problemati­ca di quella depositata al Parlamento italiano dai deputati leghisti è sul tavolo da anni, bell’e pronta per la firma, ma bloccata proprio dalla Lega di Salvini. Si tratta della proposta di nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalier­i tra Svizzera e Italia, sul quale le trattative sono concluse da tempo. Un nuovo accordo che permettere­bbe all’Italia di recuperare la propria sovranità sul trattament­o tributario di questi loro residenti e al contempo di ridurre progressiv­amente il privilegio fiscale che sembra preoccupar­e finalmente anche i leghisti insubrici. Ma invece che spingere per sottoscriv­ere l’accordo, ecco che a un vecchio privilegio, quello dei residenti in Italia che lavorano in Svizzera, i parlamenta­ri italiani di fede leghista adesso sembrano volerne aggiungere un altro, quello di chi lavora in un’impresa italiana sita nella fascia di territorio che comprende i primi 20 km dal confine italo-svizzero, andando a complicare le cose invece che verso una soluzione. Non sono infatti certo che questa proposta sarà apprezzata dai tanti comaschi o varesini che lavorano a Milano, quindi fuori dalla fascia a tassazione ridotta, ma trat- tandosi di questione interna alla vicina Repubblica non tocca a me commentarl­a. Mi pare però che questo atto mostri bene l’importanza per noi di unire le forze tra Ticino e Berna nei prossimi mesi attorno a un solo e semplice obiettivo: insistere per la sottoscriz­ione del nuovo accordo italo-svizzero sulla fiscalità dei frontalier­i in sostituzio­ne di quello del 1974. Senza aggiungere altre questioni collateral­i che possono essere trattate su altri tavoli, come quelle inerenti ai trasporti transnazio­nali, badando a ottenere il sostegno federale su questo unico tema.

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