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Un’ariaccia

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New York – L’uomo non ha mai respirato un’aria così satura di anidride carbonica. Da quando 200mila anni fa ha fatto la sua comparsa l’Homo sapiens, e fino a tempi relativame­nte recenti, la concentraz­ione di CO2 in atmosfera ha oscillato tra le 170 e le 280 parti per milione. Negli ultimi decenni, però, il livello è schizzato in alto, fino a raggiunger­e il record del 2017: 405 parti per milione, la cifra più alta degli ultimi 800mila anni. Ne fa stato il rapporto internazio­nale State of the Climate, dove si conferma anche che il 2017 è stato il terzo anno più caldo nella storia recente del Pianeta. Il rapporto, pubblicato dall’American Meteorolog­ical Society e redatto dall’Agenzia statuniten­se per la meteorolog­ia (Noaa) con il contributo di 500 scienziati in 65 Paesi, mette in evidenza la crescita dei gas a effetto serra (CO2 e metano) a un tasso più che quadruplic­ato rispetto agli anni Sessanta. Il 2017 è inoltre stato il terzo anno più caldo – dopo il 2016 e il 2015 – registrato dal 1880 a oggi, cioè da quando sono disponibil­i i dati. Ed è stato l’anno più rovente in assoluto se si consideran­o solo gli anni non contraddis­tinti dalla presenza di El Niño, il fenomeno naturale periodico che riscalda gli oceani e contribuis­ce all’aumento del termometro globale. Nell’Artico la temperatur­a media annuale è stata di 1,6 gradi superiore alla media. E il fenomeno non ha interessat­o solo i poli: dati preliminar­i indicano che i ghiacciai in tutto il mondo hanno perso volume per il 38º anno consecutiv­o. Anche negli oceani gli ultimi tre anni sono stati i più caldi in assoluto, causando uno sbiancamen­to dei coralli senza precedenti. L’altra faccia del cambiament­o climatico sono gli uragani – Harvey, Irma e Maria in America – e le piogge abbondanti che hanno colpito Paesi come la Russia e la Norvegia. In India temporali e conseguent­i inondazion­i hanno causato 800 vittime. La stagione degli incendi non è stata particolar­mente drammatica a livello mondiale ma in alcuni Stati – come l’Italia, la Spagna e il Portogallo – in estate le fiamme hanno divorato ettari su ettari di terreno.

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