Non si è salvato nessuno
È precipitato al suolo quasi verticalmente, a velocità relativamente elevata, senza che vi sia stata alcuna collisione in volo: sono i pochi punti fermi dell’inchiesta aperta per far luce sullo schianto del velivolo d’epoca Ju 52 sopra Flims, nei Grigioni
Uno schianto con una direttrice quasi verticale sulla montagna a 2’540 metri d’altezza: si riassumono così gli ultimi momenti dello Ju 52 precipitato sabato sul Piz Segnas, nei Grigioni. L’incidente è costato la vita ai 17 passeggeri e 3 uomini dell’equipaggio. Si trovavano a bordo di un velivolo d’epoca che aveva quasi 80 anni (cfr. scheda sotto). La causa del sinistro – il più grave da 17 anni per l’aviazione svizzera – non è ancora nota, ma c’è già chi punta il dito contro il caldo. Il trimotore con un’apertura alare di 29 metri, un ex apparecchio dell’aeronautica militare elvetica riconvertito per voli panoramici dall’associazione Ju-Air, era decollato sabato da Locarno-Magadino alle 16.10 ed era diretto all’aerodromo di Dübendorf (Zh), da dove era partito venerdì in direzione del Ticino. I passeggeri a bordo partecipavano a un viaggio di due giorni fra Ticino e Italia, con tappe – dopo essere atterrati a Locarno-Magadini – a Meride, a Lugano, a Porlezza e a Cima per eventi organizzati regolarmente dalla Ju-Air. Dopo circa 50 minuti di volo, alle 17, lo Ju 52, immatricolato Hb-Hot, è precipitato sopra Flims, sul versante occidentale del Piz Segnas, cima di 3’099 metri a cavallo fra Grigioni e Glarona. Diverse persone sono state testimoni dell’impatto, ha indicato ieri la Polizia cantonale retica in una conferenza stampa a Flims. L’aereo non si è incendiato, ma per le persone a bordo non c’è stato nulla da fare. Nell’incidente sono morti 17 svizzeri – provenienti dai cantoni di Zurigo, Turgovia, Lucerna, Svitto, Zugo e Vaud – nonché una coppia di austriaci con il figlio. Sul posto sono intervenuti anche tre elicotteri privati e due della Rega, la colonna di soccorso del Club alpino svizzero di Flims, le forze aeree elvetiche e il Care Team Grischun. L’esatta dinamica dello schianto non è ancora chiara, ma già si possono trarre le prime conclusioni. «L’aereo è precipitato al suolo quasi verticalmente e a velocità relativamente elevata», ha dichiarato Daniel Knecht, responsabile dell’unità operativa in seno al Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (Sisi). «Non vi è stata alcuna interferenza esterna», ha precisato l’esperto: nessuna collisione con un altro aeromobile o con un cavo. Il velivolo non sembra inoltre aver perso componenti prima dell’incidente, anche se «nulla è da escludere». Il Sisi sta indagando in tutte le direzioni, anche per chiarire se le alte temperature o la situazione meteorologica abbiano avuto un ruolo. Vi è chi ha già ipotizzato che l’incidente possa essere messo in relazione con la canicola, con temperature molto elevate anche in montagna. Knecht ha spiegato che l’aria calda, più rarefatta, può effettivamente influire sulla prestazione dei motori e quindi sulla quota operativa, ma questo scompenso può essere gestito – per esempio diminuendo il peso – e non può perciò essere considerato la causa principale di un crash. Le indagini sono rese ancora più complesse per il fatto che il vecchio trimotore non è dotato di dispositivi di registrazione resistenti agli urti: niente scatola nera, quindi.
Piloti esperti
Quello che è certo è che i piloti erano molto esperti: entrambi capitani, avevano più di 30 anni di esperienza quali piloti di linea di Swissair e Swiss, nonché come piloti militari, ha indicato Kurt Waldmeier, cofondatore e direttore di JuAir da 36 anni. Uno dei due uomini ai comandi, un 62enne, volava regolarmente per Ju-Air sin dal 2004. «Aveva 943 ore di volo con questo apparecchio, e ciò lo rendeva uno dei più esperti all’interno del team». Anche il collega 63enne poteva vantare diversi anni di esperienza con lo Ju 52. In generale, i velivoli della Ju-Air sono «pilotati esclusivamente da professionisti molto esperti e pure la manutenzione è affidata a specialisti».