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Non sono bello ma piaggio

In diminuzion­e le vendite di motorini, ma non tutti i garage rinunciano al loro commercio Danilo Bacciarini, meccanico: ‘I giovani utenti sono in calo, ma gli appassiona­ti aumentano: l’età media si sta spostando verso l’alto’.

- Di Thierry Robert-Nicoud

Il trend dei motorini è in discesa. Basti pensare che se nel 1999 i ciclomotor­i in circolazio­ne in Ticino con contrasseg­no valido erano 8’989, nel 2015 il loro numero ha raggiunto il minimo di 3’792. Eppure alcuni garage offrono ancora una vasta offerta in fatto di “moz”. Tra questi quello di Danilo Bacciarini,a Contone, che, senza includere le centinaia di pezzi di ricambio, conta più di quaranta motorini. «Effettivam­ente – spiega alla ‘Regione’ Bacciarini – c’è un calo di quelli che in passato erano gli acquirenti tipici, cioè i giovani. Se l’anno scorso vendevo due/tre motorini mensilment­e, quest’anno raramente capita che più di un cliente al mese concluda l’acquisto». Nonostante la clientela tradiziona­le vada diminuendo, Bacciarini continua a offrire “moz”. «Principalm­ente – puntualizz­a – mi occupo di automobili. Ma anche la vendita e la riparazion­e di motorini sono per me un lavoro, che faccio con passione. Inoltre molti garage hanno lasciato perdere il business dei ciclomotor­i e sarebbe peccato lasciare sparire dal Ticino un lato del mercato che comunque conta ancora su un discreto numero di giovani acquirenti e di appassiona­ti». Spesso è il fattore prezzo a scoraggiar­e coloro che vorrebbero cominciare a guidare i motorini. «I prezzi? Generalmen­te oscillano tra gli 800 e i 1’500 franchi. Ci sono tuttavia dei motorini il cui valore può sfiorare i 5’000 franchi, come ad esempio un buon “Condor Puch X30 Sport”». Altre volte, invece, secondo il meccanico manca un buon motivo per dedicarsi a questa passione: «Una volta tutti avevano il motorino anche perché non c’erano molti altri passatempi, come cellulare e internet. Inoltre anche i mezzi pubblici scarseggia­vano e il fedele ‘due ruote’ era l’unico mezzo per spostarsi. Anche la compagnia degli amici giocava un ruolo fondamenta­le: spesso ci si divideva tra chi aveva un motorino e chi no. Io, oltretutto, – ricorda Bacciarini – fin da piccolo avevo la mania di mettere mano ai motorini, ripararli e sostituirn­e i pezzi. E poi il “moz” era spesso anche una buona scusa per portare una ragazza a fare un giro». E, naturalmen­te, i ragazzini con il motorino migliore, quello più bello (o addirittur­a quello truccato), erano i “boss” della compagnia, rammenta Bacciarini: «Da ragazzo ho avuto quasi tutti i tipi di motorino. Maxi Puch, Ciao Piaggio, Sachs e altri ancora. E ricordo che i motorini truccati, agli occhi degli amici, assume- vano ancora più valore». Ci sono clienti che chiedono al meccanico di truccare il loro “moz”... «Ovviamente non posso truccare i motorini. Ma quelle dei giovani che vogliono andare più veloce di quanto permesso dalla legge non sono le uniche richieste che ricevo». Le cosiddette ‘motorinate’, ovvero dei percorsi amatoriali praticati da gruppi di appassiona­ti (vedi articolo sotto) «portano molti clienti», nota Bacciarini. Ed è anche per questo che l’età media della clientela sta cambiando. «Negli ultimi anni – conclude il meccanico – sono gli appassiona­ti a comperare i motorini, persone non più giovani, ma che nella loro adolescenz­a – osserva – adoravano fare un giro con il proprio “moz”».

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TI-PRESS/GABRIELE PUTZU Danilo Bacciarini, meccanico, in compagnia di alcuni dei suoi oltre 40 motorini

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