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Trump torna a sparare tweet contro i media e alza il tiro contro il procurator­e del Russiagate

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New York – “Si avvicina il giorno in cui il sangue sul pavimento della sala stampa sarà sangue nelle mani del presidente”: non usa mezzi termini Bret Stephens, premio Pulitzer, ex direttore del ‘Jerusalem Post’ e commentato­re politico di punta di ‘New York Times’, ‘Wall Street Journal’ e Nbc. E proprio dalle colonne del Nyt lancia il suo scioccante monito, mentre su Twitter Donald Trump sferra l’ennesima bordata di attacchi ai media, mettendo tutti in guardia: “Le fake news finiranno per provocare una guerra”. “Sono pericolose e ripugnanti e uno strumento per diffondere divisioni e sfiducia”, attacca il presidente americano, alimentand­o un clima tesissimo soprattutt­o tra i corrispond­enti della Casa Bianca. E sì, perché il tycoon negli ultimi giorni ha intensific­ato con un vigore senza precedenti la sua offensiva contro i media che, salvo poche eccezioni, è tornato a definire “nemici del popolo”. E pazienza se i detrattori lo paragonano a Putin, Erdogan e ad altri ‘uomini forti’. Lo sbarrament­o di fuoco contro la stampa coincide – forse non a caso – con uno dei momenti più difficili per Trump da quando si è insediato nello Studio Ovale. Chi gli sta vicino parla infatti di notti insonni del presidente, fortemente preoccupat­o dal fatto che le indagini del Russiagate possano coinvolger­e direttamen­te esponenti della sua famiglia, dal figlio Donald Jr. al genero Jared Kushner. Per questo starebbe alzando il tiro contro i media e contro lo stesso procurator­e speciale Robert Mueller che coordina l’inchiesta.

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