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Il ‘mosaico’ che unisce il mondo

A Sonvico si è celebrato il mitico cubo di Rubik fra record, rompicapo e divertimen­to

- di Teresa Bisignani

Almeno una volta nella vita tutti lo hanno posseduto e in molti ci hanno perso la testa nel cercare di ricomporlo. Solo alcuni riescono a risolverlo, addirittur­a in pochi secondi.

Il cubo di Rubik è sempre stato un gioco affascinan­te ma soprattutt­o un rompicapo che... il capo rischia di rompertelo davvero. Per risolverlo, un australian­o, il più veloce al mondo, impiega 4,22 secondi, in poche parole neanche il tempo di scartarlo dall’imballaggi­o. Il gioco nasce dall’idea di un professore universita­rio di architettu­ra, l’ungherese Erno Rubik, oggi 74enne. L’obiettivo? A differenza della falsa credenza che vuole che il cubo fosse stato creato per spiegare meglio ai propri studenti la tridimensi­onalità, lo scopo sta nel risolvere un problema struttural­e muovendo singole parti in modo indipenden­te senza far crollare l’intero meccanismo. Rubik non si rese conto di aver creato un rompicapo, destinato alla fama mondiale, finché non ‘mescolò’ per la prima volta il cubo. L’originale differiva da quello che oggi conosciamo: era monocolore, di legno e con gli angoli smussati ed interessò inizialmen­te il mondo dei matematici. Con i suoi 43 miliardi di miliardi di ‘permutazio­ni’, ossia i vari ordinament­i possibili, e nonostante i suoi 44 anni, questo gioco è ancora uno dei più apprezzati, usato e venduto in circa 450 milioni di esemplari ogni anno nel mondo. Il fatto di essere conosciuto a livello globale è un’altra delle sue caratteris­tiche che lo rende comune e accessibil­e a tutti, anche a Sonvico, quartiere di Lugano, dove si è tenuta una competizio­ne di Speedcubin­g, in cui a vincere è la persona che riporta il cubo al suo stato originale nel minor tempo possibile. Cogliendo l’occasione abbiamo potuto porre qualche domanda al portavoce di Swisscubin­g, associazio­ne che promuove il rompicapo dell’architetto ungherese su territorio elvetico, Ioannis Papadopulo­s.

Può descriverc­i le varie discipline in competizio­ne?

Tra le discipline in competizio­ne ci sono ovviamente quelle “classiche”, ovvero risolvere il cubo il più sempliceme­nte possibile. Si passa poi alle competizio­ni un po’ più “estreme” tra le quali ci sono la One handed, in cui è concesso usare una sola mano, la Blindfolde­d, cioè risolvere il rompicapo bendati. È possibile, ve lo assicuro, nessuno scherzo! Poi ci sono Pyraminx, che non è un cubo ma una piramide, e Megaminx, che è un puzzle dodecaedri­co a 12 colori (il più bravo, uno svedese, ci mette 42,28 secondi a risolverlo).

Quanti anni hanno solitament­e i partecipan­ti?

I partecipan­ti, circa una trentina in media nell’ultimo torneo e provenient­i da tutto il mondo, avevano un’età compresa tra i 14 e i 20 anni ed erano prevalente­mente di sesso maschile.

Com’è possibile che un gioco analogico come questo possa essere tutt’ora ancora moderno, famoso e usato nell’era digitale?

Credo che il fatto di essere un gioco non digitale sia ciò che lo rende speciale. Ci puoi giocare ovunque ed è un efficace allenament­o per il cervello. Oltretutto ogni anno diventa ancor più famoso e popolare. Negli ultimi tre anni i partecipan­ti alle varie competizio­ni sono aumentati ad oltre 10’000 all’anno e al momento ci sono oltre 100’000 membri in tutto il mondo, di cui 369 in Svizzera.

Lei è un participan­te? Ha mai preso parte a una di queste gare?

Sì, lo sono. Questa è la mia quarantaci­nquesima competizio­ne dal 2013. Ho inoltre preso parte a 2 gare mondiali e una europea.

Può descrivere l’associazio­ne “Swisscubin­g” e dirci quando è nata?

Swisscubin­g è stata fondata nel 2017, con questo vogliamo che lo Speedcubin­g diventi attività profession­istica anche in Svizzera in modo da creare competizio­ni di sempre più grande portata. Cerchiamo di essere più famosi e riconosciu­ti a livello sportivo, un po’ come gli scacchi. L’organizzaz­ione mondiale, la World Cube Associatio­n nata nel 2004, supportata da quelle regionali, organizza competizio­ni in tutto il mondo. La sua missione è di far diventare il gioco il più popolare possibile condividen­do lo spirito per cui persone provenient­i da tutto il mondo possano così divertirsi insieme in un’atmosfera amichevole, aiutandosi l’uno con l’altro ed essere sportivi.

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Ben 43 miliardi di miliardi di... permutazio­ni
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PABLO GIANINAZZI/FOTOSERVIZ­IO TI-PRESS Scatti sulla competizio­ne in Val Colla
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