Campione d’Italia, tre consulenti per la stesura del piano di riequilibrio economico
Una sola lingua, nella speranza che l’unione possa fare la forza. È quanto il sindaco Roberto Salmoiraghi ha chiesto nell’incontro di sabato sera ai sindacati del Casinò e del Comune, un passo che doveva già essere stato fatto, in quanto il fallimento della società di gestione della casa da gioco, si allunga sull’intera comunità campionese. Salmoiraghi s’appresta a presentare con urgenza un piano complessivo che investe tutte le realtà lavorative di Campione d’Italia. Obiettivo: rendere l’economia campionese in condizione di soddisfare l’equilibrio economico. Insomma, rendersi credibili agli occhi della politica, l’unica che ha in mano la possibilità di riaprire il Casinò, la cui chiusura “oltre a determinare una grave perdita di incasso (da 200 a 300 mila euro al giorno) favorisce i casinò del territorio svizzero” come a ragione sostengono i sindacati. “I grossi giocatori abituati nel weekend ad arrivare a Campione, ora vanno a Venezia e Saint Vincent, mentre i piccoli giocatori raggiungono Mendrisio e Lugano che, dalle notizie di cui dispongo, da quando siamo chiusi, hanno aumentato gli incassi del 20-30%”, sostiene Alessandra Bernasconi, capo dell’ufficio marketing del casinò campionese. Intanto, in questi ultimissimi giorni, i consulenti del Comune Marco Sica di Como, Massimo Fabiani e Corrado Ferriani, tutti docenti universitari, il primo in diritto amministrativo, gli altri due in diritto fallimentare, si sono chinati sull’incarico ricevuto per la stesura del piano complessivo di riequilibrio economico del Sistema Campione. M.M.