‘Banda del buco’, in cinque a processo
Dovranno rispondere di furto aggravato (ripetuto e tentato), violazione di domicilio, danneggiamento (ripetuto e aggravato) e infrazione alla Legge federale sulle telecomunicazioni (ripetuta) i cinque uomini che compariranno da lunedì 20 agosto davanti alla Corte delle Assise criminali di Mendrisio (in Lugano) presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. Si tratta dei cinque cittadini italiani, di età compresa tra i 28 e i 53 anni, arrestati nella notte tra il 25 e il 26 febbraio di quest’anno mentre si apprestavano ad assaltare i caveau della Loomis, la ditta di trasporto valori di Chiasso, applicando un foro in una parete con una carotatrice in grado di bucare anche pareti in cemento armato. L’atto d’accusa è firmato dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli; gli imputati saranno difesi in aula dagli avvocati Deborah Gobbi, Roberto Rulli, Maurizio Pagliuca, Debora Deias e Costantino Castelli. A impedire la riuscita del furto con scasso milionario sono stati un’operazione preventiva e il fitto scambio di informazioni tra autorità italiane e svizzere. Un lavoro di ‘intelligence’ partito dalla Puglia che ha permesso a diverse decine di agenti tra Guardie di confine, Polizia cantonale, Polizia comunale e autorità italiane di seguire i movimenti della banda e di intervenire, sventando il ‘colpo’. Oltre alle cinque persone arrestate a Chiasso, l’operazione ha permesso di sequestrare tre veicoli rubati e fermare altri componenti della ‘banda del buco’: cinque sono finiti in manette ad Abbiategrasso (dove era stata allestita la base logistica), altri due a Como mentre si trovavano a bordo di un autocarro.