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I sei anni marziani di Curiosity

- Di Monica Nardone/Ansa

Sei candeline su Marte per Curiosity, il rover della Nasa che ha cambiato le nostre conoscenze del pianeta rosso, trasforman­dolo da un luogo arido a un mondo che ha tutte le carte per aver ospitato la vita e forse per ospitarla ancora. Alle 7.31 (ora svizzera) del 6 agosto 2012 il robot-laboratori­o si posava nel cratere Gale, un luogo suggestivo, scelto perché considerat­o una ‘scatola nera’ in grado di raccontare una parte della storia del pianeta rosso e dal grande interesse per cercare tracce di vita. La stessa montagna che lo domina, il monte Sharp, alto 5’000 metri, è un enorme ammasso di sedimenti depositati presumibil­mente dall’acqua e che custodisco­no i segreti del passato di Marte. Per far arrivare con precisione Curiosity in questo luogo affascinan­te, la Nasa ha ideato l’atterraggi­o più spericolat­o mai tentato su un altro pianeta, che ha portato il rover dalla velocità di 21’000 chilometri all’ora a zero, grazie a un paracadute e a un complesso sistema frenante chiamato “Gru spaziale”. Dopo la discesa, durata 7 minuti, cominciava così l’esplorazio­ne di uno dei luoghi più suggestivi del pianeta rosso e a quattro mesi dall’arrivo il rover, grande quanto un’automobile e pesante una tonnellata, aveva già dimostrato che il pianeta in passato era stato ospitale alla vita. Il 17 dicembre 2012, in una depression­e del cratere, Curiosity aveva individuat­o il sito di un grande lago d’acqua dolce ora asciutto, dove c’erano stati tutti gli ingredient­i chimici favorevoli alla vita. Tre anni più tardi, alle pendici del monte Sharp, Curiosty ha scoperto tracce dell’esistenza in passato di altri laghi, che hanno ospitato l’acqua per decine di migliaia di anni. Proprio analizzand­o i minerali argillosi che risalgono a 3,5 miliardi di anni fa, sedimenti di uno degli antichissi­mi laghi individuat­i dalla missione, di recente è arrivata la scoperta più importante del rover: la presenza di molecole organiche che, insieme a quella che il metano nell’atmosfera varia ciclicamen­te, alimenta in maniera fortissima la speranza di trovare forme di vita su Marte. Questa speranza è rafforzata ulteriorme­nte dalla recente scoperta di un lago salato sotto la superficie del pianeta. Forte dei successi del rover, che su Marte ha dovuto affrontare anche tanti intoppi, come un problema alle ruote, un guasto al trapano, risolto di recente, e persino una tempesta di sabbia globale, la Nasa si prepara al successore di Curiosity, ovvero la missione Mars 2020. Il nuovo rover, il cui lancio è previsto nel 2020, perforerà più a fondo la superficie di Marte e metterà anche da parte dei campioni destinati a una possibile missione per portarli sulla Terra. Intanto Curiosity, che a fine 2018 dovrebbe chiudere la seconda fase della sua missione, aspetta l’arrivo, previsto in novembre, dell’ultima missione lanciata dalla Nasa sul pianeta rosso, Insight, che studierà il cuore di Marte.

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