‘La banca del futuro governa la tecnologia’
Ci sono momenti in cui la razionalità dell’ingegnere, per di più a capo di un gruppo bancario di famiglia con 132 anni di storia alle spalle, lascia spazio allo stupore e, quasi, all’entusiasmo. Accade quando Pietro Sella, 50 anni, amministratore delegato del gruppo Sella, parla non dei conti della banca, la cui semestrale verrà diffusa venerdì prossimo, ma di come questo istituto di modeste dimensioni stia immaginando il futuro. Viene proprio dai Sella, che sono nati imprenditorialmente nella valle dello Strona di Mosso nella seconda metà del Sedicesimo secolo, la spinta più decisa e innovativa verso quella che taluni definiscono Bancatech, la banca del futuro prossimo, dove tecnologia e servizio al cliente si fondono in una realtà nuova. All’interno di questa visione è nata Hype, il sistema di light banking del gruppo. È un conto, con tanto di codice Iban, gestibile con una app, che offre una carta di pagamento fisica e contactless, ad elevato livello di sicurezza e pensata per i maggiori sistemi operativi, da iOs ad Android a Windows phone.
Ingegner Sella, perché da una banca di piccole dimensioni arriva un impegno così spinto e determinato verso la trasformazione digitale?
L’esperienza e la storia insegnano che la sopravvivenza e la durata nel tempo di un’azienda sono legate anche alla sua capacità di sapersi trasformare continuamente, adeguandosi ai tempi e se possibile anticipando i cambiamenti e le disruption. Il nostro gruppo ha fatto da sempre la scelta strategica di governare la tecnologia e l’innovazione. Avere un elevato livello di controllo della nostra “fabbrica”, della nostra tecnologia, ci ha permesso di realizzare in casa le nostre innovazioni ma anche di aprirci alla contaminazione positiva con esperienze esterne, nella logica dell’open innovation, seguendo quello che ci chiedevano i nostri clienti.
E quale sarebbe il vostro modo di interpretare il mestiere del banchiere?
Servire al meglio i nostri clienti, fornendogli tutto ciò di cui hanno bisogno, sia in termini di consulenza, sia in termini di prodotti e servizi che rispondono in maniera semplice, veloce e sicura ai propri bisogni e alle proprie necessità, che talvolta sono vere e proprie soluzioni tecnologiche o supporto alla innovazione. La tecnologia, il fintech, l’open innovation nel nostro gruppo non riguardano un solo comparto, non sono pertinenza esclusiva di un dipartimento ma riguardano tutti, compresi i clienti, e tutti i processi che possono essere migliorati.
Voi puntate molto sulla digitalizzazione dei servizi. Ma un tema oggi con valenza strategica è la sicurezza. In molti continuano a non fidarsi.
Il tema della cyber security è centrale nel nostro settore in generale e per l’ulteriore sviluppo del fintech in particolare e le banche da sempre fanno grandi investimenti per essere all’avanguardia in questo campo. Ma non è una novità e non c’è da aver timore, perché, se ci pensiamo bene, la sicurezza è stata un tema che ha sempre accompagnato lo sviluppo e l’innovazione della gestione delle unità di valore usate nella intermediazione e nei modelli di business della intermediazione. Basti pensare che quando mio zio nel 1966 avviò la nuova sede di Banca Sella dedicò gran parte delle sue energie alla costruzione del caveau, perché all’epoca era ancora prevalente l’attività fisica e la sicurezza significava “muri spessi ed impenetrabili”. Come in passato, quindi, la sicurezza, e in questo caso la cyber security, procede di pari passo con l’evoluzione tecnologica ed è fondamentale che continui ad essere così.
Come sta evolvendo il profilo industriale del gruppo Sella?
La banca sarà sempre più una realtà ad alto contenuto di consulenza qualificata per i clienti, con una forte componente tecnologica alle spalle. L’idea stessa di banca, come siamo stati abituati a concepirla fino a qualche tempo fa, si sta radicalmente trasformando. Oggi cioè continua ad essere fondamentale l’attività di consulenza ai clienti in settori come la finanza d’impresa, il credito, i mercati, la gestione dei patrimoni.