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‘Sì, gli svizzeri ce la possono fare’

Dieci anni dopo Flavia Rigamonti, Jérémy Desplanche­s ci regala un altro titolo continenta­le. ‘Ho dimostrato qualcosa’.

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È un giorno memorabile, per Jérémy Desplanche­s. Che sognava sì il podio, nella 200 mista – la gara prediletta – ma forse non immaginava di mettere l’intera Europa ai suoi piedi. Con una facilità impression­ante, oltretutto. Lasciandos­i alle spalle il tedesco Philip Heintz (1’57’’83) e il britannico Max Lichtfield (1’57’’96), due avversari che sulla carta gli erano superiori. E che, invece, alla fine hanno dovuto arrendersi allo strapotere del ginevrino, che ferma i cronometri sul 1’57’’04, a soli 0’’18 dal primato rossocroci­ato. «Non sto più nella pelle – dice, quasi incredulo, il ventitreen­ne romando –. Avevo l’ambizione di conquistar­e una medaglia, non importa quale, e alla fine ci sono riuscito». Grazie anche a un’ottima strategia di gara. «La terza corsia è ideale per riuscire a osservare cosa fanno gli altri. L’importante era partire forte, ma senza bruciarsi, per poi accelerare a rana e stringere infine i denti nella frazione finale a crawl». Ciò che a Jérémy Desplanche­s è riuscito a dir poco benissimo. «Sapevo che per me questi Europei erano l’appuntamen­to con la ‘a’ maiuscola. Così l’ho preparato con puntiglio in questi ultimi mesi. E qui a Glasgow c’era tutto il mio entourage ad assistermi, cioè la mia famiglia e il mio allenatore (Fabrice Pellerin, ndr)». Per un exploit che la Svizzera saluta con grande entusiasmo. Anche solo pensando al fatto che dall’ultimo titolo, quello vinto dalla nostra Flavia Rigamonti agli Europei di Eindhoven del 2008, a quello festeggiat­o da Jérémy Desplanche­s sono passati nientemeno che dieci anni. «Ho dimostrato che anche gli svizzeri possono lasciarsi tutti alle spalle in un appuntamen­to importante come questo – continua, entusiasta, il ginevrino –. E ho anche provato che si può riuscirvi crescendo a poco a poco. Non dico che dieci anni fa quando nuotavo fossi un ‘turista delle piscine’, ma senz’altro non pensavo di arrivare fin qui». Per un titolo europeo che, idealmente, potrebbe essere solo il primo per Jérémy Desplanche­s. «L’obiettivo ultimo, naturalmen­te, sono i Giochi olimpici. Ma so benissimo che la differenza fra un Europeo e un’Olimpiade è davvero immensa. Così, fra due anni a Tokyo, so che dovrò far fronte a una concorrenz­a davvero estrema. Tuttavia in Giappo- ne mi vedo in finale. E quando arrivi a quel punto, sai bene che tutto può accadere. Lo si è visto anche oggi (ieri, ndr). Certo che se penso che ai Giochi olimpici di Rio, due anni fa, ero soltanto un outsider...». Ora il ginevrino guarda a giovedì, dove sarà in lizza nella 400 mista, gara che gli piace un po’ di meno, ma a cui si presenterà pur sempre con il terzo miglior tempo del lotto. «Spero di recuperare entro allora, anche se – ammette – ho il presentime­nto che non dormirò molto stanotte...».

La staffetta è da record

A Glasgow, però, fa festa anche la staffetta rossocroci­ata della 4x100 mista. Con Thierry Bollin, Yannick Käser, Svenia Stoffel e Maria Ugolkova che si piazzano al settimo posto in finale, ma dopo aver battuto a ben due riprese il primato nazionale. E non è un risultato di poco conto, visto che i quattro hanno letteralme­nte polverizza­to di 3’’7 il crono nazionale di riferiment­o (3’499’’86), che resisteva ormai da tre stagioni.

 ?? KEYSTONE ?? L’obiettivo ultimo per il ginevrino è Tokyo 2020: ‘L’Olimpiade, però, è un’altra cosa’
KEYSTONE L’obiettivo ultimo per il ginevrino è Tokyo 2020: ‘L’Olimpiade, però, è un’altra cosa’

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