‘La scrivente società si vede costretta a ritirare l’offerta formulata’
“Dopo aver preso atto della tempistica estremamente incerta per una decisione (...) la scrivente società si vede costretta per le ragioni indicate sopra a ritirare l’offerta formulata”. Firmato Flavio Petraglio e Paolo Vismara, responsabili di ‘eVita Immobiliare Sa’. Seguono i ringraziamenti, con un’aggiunta: “Diamo per scontato l’annullamento dell’incontro previsto per il prossimo 28 agosto (se richiesto siamo comunque disponibili) e porgiamo distinti saluti”. Questa la conclusione, negli ultimi due paragrafi, di una lunga e dettagliata lettera recapitata nei giorni scorsi a Raffaele De Rosa, presidente della Commissione della gestione del Gran Consiglio. Una prima lettera era stata spedita, dalla stessa società, poco più di un mese fa, il 26 giugno, dove si chiedeva ai commissari di essere ascoltati “al fine di arginare le spesso inesatte e fuorvianti notizie di stampa – ricordano nella seconda missiva i responsabili di ‘eVita’ – che oltre a confusione gettano una cattiva luce anche sulla scrivente società e i suoi organi e soci”. Un incontro, si chiedeva a fine giugno, per offrire ai deputati della Gestione “qualche elemento di chiarezza sui fatti” almeno quelli concernenti la società immobiliare. Non ultimo, gli scriventi precisano ancora oggi che “non hanno mai preso posizione pubblicamente in quanto desiderosi di rispettare i canali istituzionali”. Fatta la premessa, nella lettera di questi giorni segue una precisa e dettagliata ricostruzione dei fatti. Dall’acquisto del fondo in questione, alla ricerca dei partner, dalla domanda di costruzione alla proposta degli spazi “a tutta una serie di possibili acquirenti, inizialmente a privati”. Solo in un secondo tempo (novembre 2015) gli spazi, in affitto o vendita, vengono proposti anche al Cantone “e meglio alla Sezione della logistica”. Così inizia la trattativa, alla quale fa seguito il relativo messaggio. “Giova sottolineare – si precisa – che l’ente pubblico non ha avuto alcun ruolo e alcun influsso sulla concezione dell’immobile e degli spazi interni”. Salvo alcune modifiche “per un costo complessivo preventivato di ca. 300’000 franchi”. Spiegato poi come si è giunti alla definizione del prezzo di vendita, i responsabili della società immobiliare arrivano al punto focale, l’applicabilità o meno della legge sulle commesse pubbliche: “A seguito dell’acutizzarsi delle polemiche – precisano – abbiamo richiesto un aggiornamento di tale referto [la prima perizia giuridica già presentata alla Gestione, ndr], per scrupolo. Ebbene, anche tenendo conto degli elementi emersi in seguito, il parere allegato conferma che (...) l’operazione non sottostà alla legislazione sulla commesse pubbliche”. La conclusione? L’immobiliare ritorna dai primi clienti, i privati, alla ricerca di “una posizione centrale in Ticino”.