Posteggiare senza monete
Già oggi anche in Ticino è possibile pagare il parcheggio con un’applicazione
A Zurigo entrerà sul mercato svizzero un’azienda svedese specializzata in ‘parchimetri digitali’. Si teme per la protezione dei dati.
Pagare il posteggio spesso può diventare un problema. Soprattutto quando non si hanno abbastanza monete da inserire nel parchimetro. Di solito allora si cerca un bar per bere un caffè, un chiosco per comprare un pacchetto di cicche o un passante che possa ‘cambiare’. L’alternativa è rischiare di prendere una multa. La soluzione? Un’applicazione con la quale si può pagare il parcheggio. In diversi comuni svizzeri ciò è già possibile o lo sarà presto. In Ticino si può già pagare un posteggio con l’app ‘Parkingpay’ da ottobre 2017 a Chiasso, al quale si sono aggiunti Mendrisio (dallo scorso maggio) e Locarno da giugno. Ci sono inoltre altri comuni nei quali il pagamento con lo smartphone viene accettato. Insomma basta che sul parchimetro sia indicato che Parkingpay è accettata. Ora anche Zurigo intende mettere a disposizione degli automobilisti questa possibilità a partire dal 2019, come ha riferito la ‘Neue Zürcher Zeitung’, qualche giorno fa. Non ci sarà però solo un’app a disposizione ma ben tre: sono gestite da imprese che hanno già esperienza nel settore. Entrerà nel mercato svizzero pure un’azienda svedese: si tratta della Easypark, già attiva in diversi Paesi europei, tra cui anche l’Italia. Le altre due imprese sono svizzere: una è la Digitalparking di Dietikon, attiva soprattutto nella Svizzera tedesca e in Ticino (è quella che gestisce l’app Parkingpay). L’altra è la Parknow Suisse di Bulle ed è presente in diverse città romande. Easypark avrà però un ruolo importante in tutto questo: gestirà, infatti, la banca dati centrale di tutte e tre le app. In quest’ultima saranno registrate informazioni personali, come il numero di targa o quale parcheggio è stato pagato. Sarà proprio grazie a questa banca dati che la polizia potrà controllare se un automobilista ha pagato il posteggio oppure no. Secondo il ‘Tages-Anzeiger’, l’azienda svedese ha già introdotto sistemi simili in oltre 700 città di una dozzina di Paesi. I dati saranno cancellati dopo 12 mesi e questo ha già generato diverse critiche: si teme per la protezione dei dati. Le autorità zurighesi hanno però indicato alla ‘Nzz’ che solo la polizia cittadina potrà avere accesso alla banca dati, e solo per controllare se un parcheggio è stato pagato. Tornando proprio alle modalità di pagamento, esse verranno stabilite dalle aziende. L’unica condizione è che le carte di credito dovranno essere accettate. Nella maggior parte dei casi bisogna infatti creare un account – inserendo il proprio numero di targa – sul quale si caricano i soldi che in seguito serviranno per pagare il parcheggio. Un processo non molto complicato, ma che richiede un attimo di tempo. Per questo motivo Twint – l’applicazione legata al proprio conto bancario o postale che permette di pagare direttamente con lo smartphone – vorrebbe inserirsi nel mercato svizzero dei parcheggi a pagamento. Un suo portavoce ha affermato al ‘Tagi’ che vorrebbe collaborare con Digitalparking, che gestisce l’app Parkingpay, attraverso la quale, come detto, si possono pagare i parcheggi anche in certi comuni della Svizzera italiana.