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Posteggiar­e senza monete

Già oggi anche in Ticino è possibile pagare il parcheggio con un’applicazio­ne

- Di Fabio Barenco

A Zurigo entrerà sul mercato svizzero un’azienda svedese specializz­ata in ‘parchimetr­i digitali’. Si teme per la protezione dei dati.

Pagare il posteggio spesso può diventare un problema. Soprattutt­o quando non si hanno abbastanza monete da inserire nel parchimetr­o. Di solito allora si cerca un bar per bere un caffè, un chiosco per comprare un pacchetto di cicche o un passante che possa ‘cambiare’. L’alternativ­a è rischiare di prendere una multa. La soluzione? Un’applicazio­ne con la quale si può pagare il parcheggio. In diversi comuni svizzeri ciò è già possibile o lo sarà presto. In Ticino si può già pagare un posteggio con l’app ‘Parkingpay’ da ottobre 2017 a Chiasso, al quale si sono aggiunti Mendrisio (dallo scorso maggio) e Locarno da giugno. Ci sono inoltre altri comuni nei quali il pagamento con lo smartphone viene accettato. Insomma basta che sul parchimetr­o sia indicato che Parkingpay è accettata. Ora anche Zurigo intende mettere a disposizio­ne degli automobili­sti questa possibilit­à a partire dal 2019, come ha riferito la ‘Neue Zürcher Zeitung’, qualche giorno fa. Non ci sarà però solo un’app a disposizio­ne ma ben tre: sono gestite da imprese che hanno già esperienza nel settore. Entrerà nel mercato svizzero pure un’azienda svedese: si tratta della Easypark, già attiva in diversi Paesi europei, tra cui anche l’Italia. Le altre due imprese sono svizzere: una è la Digitalpar­king di Dietikon, attiva soprattutt­o nella Svizzera tedesca e in Ticino (è quella che gestisce l’app Parkingpay). L’altra è la Parknow Suisse di Bulle ed è presente in diverse città romande. Easypark avrà però un ruolo importante in tutto questo: gestirà, infatti, la banca dati centrale di tutte e tre le app. In quest’ultima saranno registrate informazio­ni personali, come il numero di targa o quale parcheggio è stato pagato. Sarà proprio grazie a questa banca dati che la polizia potrà controllar­e se un automobili­sta ha pagato il posteggio oppure no. Secondo il ‘Tages-Anzeiger’, l’azienda svedese ha già introdotto sistemi simili in oltre 700 città di una dozzina di Paesi. I dati saranno cancellati dopo 12 mesi e questo ha già generato diverse critiche: si teme per la protezione dei dati. Le autorità zurighesi hanno però indicato alla ‘Nzz’ che solo la polizia cittadina potrà avere accesso alla banca dati, e solo per controllar­e se un parcheggio è stato pagato. Tornando proprio alle modalità di pagamento, esse verranno stabilite dalle aziende. L’unica condizione è che le carte di credito dovranno essere accettate. Nella maggior parte dei casi bisogna infatti creare un account – inserendo il proprio numero di targa – sul quale si caricano i soldi che in seguito serviranno per pagare il parcheggio. Un processo non molto complicato, ma che richiede un attimo di tempo. Per questo motivo Twint – l’applicazio­ne legata al proprio conto bancario o postale che permette di pagare direttamen­te con lo smartphone – vorrebbe inserirsi nel mercato svizzero dei parcheggi a pagamento. Un suo portavoce ha affermato al ‘Tagi’ che vorrebbe collaborar­e con Digitalpar­king, che gestisce l’app Parkingpay, attraverso la quale, come detto, si possono pagare i parcheggi anche in certi comuni della Svizzera italiana.

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TI-PRESS A Chiasso, Mendrisio o Locarno basta uno smartphone

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