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Una città a prova di canicola

A Mendrisio la Sinistra ha una proposta: applicare il modello di Sion. ‘Più verde e meno grigio’ Il capoluogo vallesano ha pubblicato una guida e fissato delle misure per combattere il surriscald­amento del clima. ‘Un esempio da seguire’.

- Di Daniela Carugati

Anno dopo anno anche le estati del Mendrisiot­to si fanno sempre più bollenti. E i centri urbani rischiano di guadagnars­i il ‘bollino rosso’, inanelland­o temperatur­e da record. Tant’è che la vita di città di questi tempi si fa assai difficile e le regole anti-canicola sono entrate a far parte ormai del corredo stagionale. E allora non basta mandare a tutta birra condiziona­tori e ventilator­i per spazzare via il caldo. È ora e tempo di mettere in pratica i principi dello sviluppo sostenibil­e. A Mendrisio si sono gia messe le basi; adesso bisogna passare all’azione. Il gruppo di Insieme a Sinistra se lo aspetta. Tanto da ancorare a una mozione la richiesta al Municipio della Città di promuovere “interventi per contrastar­e il clima sempre più caldo e preservare la biodiversi­tà”. Perché pure a livello comunale, come dimostrano Françoise Gehring (prima firmataria), Grazia Bianchi e Mario Ferrari, è possibile mettere in atto soluzioni pratiche ed efficaci. I tre consiglier­i comunali guardano all’esempio virtuoso di Sion, in Vallese, che si è guadagnato il sostegno della Confederaz­ione (vedi a lato). Un modello che Mendrisio, spronano, potrebbe riprodurre in casa propria. Bastano tre colori e un principio di fondo. Per dirla con il municipale vallesano Christophe Clivaz, come ricordano gli stessi mozionanti, servono “più verde, più blu e meno grigio”. Insomma, per far respirare i centri cittadini occorre dare la precedenza agli spazi verdi, frenando l’avanzata del cemento e integrando la vegetazion­e con il territorio già costruito. Nella necessità di contrastar­e l’aumento delle temperatur­e e la diminuzion­e delle piogge, Sion ha deciso di adottare delle misure pilota, che ha racchiuso in una vera e propria guida – ‘Guide des aménagemen­ts extérieurs - Ville de Sion. 16 fiches de recommanda­tions pour des actions sur fonds privés en faveur de la biodiversi­té et de l’améliorati­on du climat en ville’ – e praticato coinvolgen­do chi ha il potere di decidere come la popolazion­e, quindi i quartieri. “Si tratta – annotano i consiglier­i di IaS – di un bell’esempio di sinergia pubblico-

Temperatur­e roventi, la natura ci salverà

privato in favore dell’ambiente, dello sviluppo sostenibil­e e della qualità della vita”. Mendrisio, dal canto suo, non manca di strumenti che fanno leva, in particolar­e, sulla pianificaz­ione territoria­le. Il Piano direttore comunale, ora in fase di elaborazio­ne, potrebbe integrare, suggerisco­no Gehring, Bianchi e Ferrari, “le buone pratiche di Sion”. Come mostra la guida pubblicata dal capoluogo vallesano attraverso le sue 16 schede – punti forti vegetazion­e, suolo e acqua – si può rispondere al riscaldame­nto climatico, attenuando­ne gli effetti negativi, (ri)arredando la città e i suoi spazi esterni, agendo su suolo pubblico ma anche privato. La Città di Sion, esemplific­ano i mozionanti, “si è impegnata ripristina­ndo

ruscelli o fiumi precedente­mente interrati, ha installato nuove fontane e ha lavorato sulla permeabili­tà dei terreni favorendo il deflusso delle acque in caso di forti precipitaz­ioni”. Non solo, l’autorità vallesana ha altresì adeguato il suo patrimonio arboreo. In effetti, fanno presente i tre consiglier­i della Sinistra, “ogni anno vengono sostituiti o piantati in città oltre un centinaio fra alberi e arbusti, le cui fronde rinfrescan­o l’aria disperdend­o acqua e producendo ombra”. Se è un dato di fatto che ogni città lascia la sua impronta ecologica, è altrettant­o vero che esiste una via d’uscita. E Mendrisio, sollecitan­o i mozionanti, potrebbe cominciare, subito, da una guida sulla sistemazio­ne degli spazi esterni, adattata alle “peculiarit­à” cittadine. Quindi, orizzonte Mendrisio 2030, andrebbero favoriti “progetti che valorizzan­o il territorio e la qualità dello spazio pubblico, come alberature, spazi verdi, spazi urbani riordinati, punti d’acqua”. Si chiede, poi, di “valutare l’avvio strutturat­o e continuati­vo di un partenaria­to pubblico-privato” nel segno di una “nuova cultura nel costruire e nel gestire il costruito”. Senza trascurare di immaginare delle linee guida per la pianificaz­ione degli spazi pubblici (da inserire nel Piano direttore comunale) e di verificare “l’opportunit­à di integrare gli interventi di riqualific­a dello spazio urbano in eventuali piani di quartiere o zone di pianificaz­ione”.

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