Una città a prova di canicola
A Mendrisio la Sinistra ha una proposta: applicare il modello di Sion. ‘Più verde e meno grigio’ Il capoluogo vallesano ha pubblicato una guida e fissato delle misure per combattere il surriscaldamento del clima. ‘Un esempio da seguire’.
Anno dopo anno anche le estati del Mendrisiotto si fanno sempre più bollenti. E i centri urbani rischiano di guadagnarsi il ‘bollino rosso’, inanellando temperature da record. Tant’è che la vita di città di questi tempi si fa assai difficile e le regole anti-canicola sono entrate a far parte ormai del corredo stagionale. E allora non basta mandare a tutta birra condizionatori e ventilatori per spazzare via il caldo. È ora e tempo di mettere in pratica i principi dello sviluppo sostenibile. A Mendrisio si sono gia messe le basi; adesso bisogna passare all’azione. Il gruppo di Insieme a Sinistra se lo aspetta. Tanto da ancorare a una mozione la richiesta al Municipio della Città di promuovere “interventi per contrastare il clima sempre più caldo e preservare la biodiversità”. Perché pure a livello comunale, come dimostrano Françoise Gehring (prima firmataria), Grazia Bianchi e Mario Ferrari, è possibile mettere in atto soluzioni pratiche ed efficaci. I tre consiglieri comunali guardano all’esempio virtuoso di Sion, in Vallese, che si è guadagnato il sostegno della Confederazione (vedi a lato). Un modello che Mendrisio, spronano, potrebbe riprodurre in casa propria. Bastano tre colori e un principio di fondo. Per dirla con il municipale vallesano Christophe Clivaz, come ricordano gli stessi mozionanti, servono “più verde, più blu e meno grigio”. Insomma, per far respirare i centri cittadini occorre dare la precedenza agli spazi verdi, frenando l’avanzata del cemento e integrando la vegetazione con il territorio già costruito. Nella necessità di contrastare l’aumento delle temperature e la diminuzione delle piogge, Sion ha deciso di adottare delle misure pilota, che ha racchiuso in una vera e propria guida – ‘Guide des aménagements extérieurs - Ville de Sion. 16 fiches de recommandations pour des actions sur fonds privés en faveur de la biodiversité et de l’amélioration du climat en ville’ – e praticato coinvolgendo chi ha il potere di decidere come la popolazione, quindi i quartieri. “Si tratta – annotano i consiglieri di IaS – di un bell’esempio di sinergia pubblico-
Temperature roventi, la natura ci salverà
privato in favore dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile e della qualità della vita”. Mendrisio, dal canto suo, non manca di strumenti che fanno leva, in particolare, sulla pianificazione territoriale. Il Piano direttore comunale, ora in fase di elaborazione, potrebbe integrare, suggeriscono Gehring, Bianchi e Ferrari, “le buone pratiche di Sion”. Come mostra la guida pubblicata dal capoluogo vallesano attraverso le sue 16 schede – punti forti vegetazione, suolo e acqua – si può rispondere al riscaldamento climatico, attenuandone gli effetti negativi, (ri)arredando la città e i suoi spazi esterni, agendo su suolo pubblico ma anche privato. La Città di Sion, esemplificano i mozionanti, “si è impegnata ripristinando
ruscelli o fiumi precedentemente interrati, ha installato nuove fontane e ha lavorato sulla permeabilità dei terreni favorendo il deflusso delle acque in caso di forti precipitazioni”. Non solo, l’autorità vallesana ha altresì adeguato il suo patrimonio arboreo. In effetti, fanno presente i tre consiglieri della Sinistra, “ogni anno vengono sostituiti o piantati in città oltre un centinaio fra alberi e arbusti, le cui fronde rinfrescano l’aria disperdendo acqua e producendo ombra”. Se è un dato di fatto che ogni città lascia la sua impronta ecologica, è altrettanto vero che esiste una via d’uscita. E Mendrisio, sollecitano i mozionanti, potrebbe cominciare, subito, da una guida sulla sistemazione degli spazi esterni, adattata alle “peculiarità” cittadine. Quindi, orizzonte Mendrisio 2030, andrebbero favoriti “progetti che valorizzano il territorio e la qualità dello spazio pubblico, come alberature, spazi verdi, spazi urbani riordinati, punti d’acqua”. Si chiede, poi, di “valutare l’avvio strutturato e continuativo di un partenariato pubblico-privato” nel segno di una “nuova cultura nel costruire e nel gestire il costruito”. Senza trascurare di immaginare delle linee guida per la pianificazione degli spazi pubblici (da inserire nel Piano direttore comunale) e di verificare “l’opportunità di integrare gli interventi di riqualifica dello spazio urbano in eventuali piani di quartiere o zone di pianificazione”.